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Attualità | 13 gennaio 2018, 09:41

Piemonte primo nella classifica dei piccoli comuni del gourmet

E' quanto emerge da uno studio condotto da Coldiretti: con 1067 borghi custodisce un patrimonio enogastronomico di 23 specialità tra Dop e Igp

Piemonte primo nella classifica dei piccoli comuni del gourmet

L’anno nazionale del cibo italiano nel mondo si apre con la mappa gourmet dei tesori nascosti nei 5567 borghi d’Italia che raccontano la storia di un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione locale ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori del Belpaese.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità” presentato dalla Coldiretti e dalla Fondazione Symbola a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge n.158/17 che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico dei piccoli borghi.

Il Piemonte è la regione con il maggior numero di Piccoli Comuni (1067) e custodisce un patrimonio di 23 specialità enogastronomiche Dop e Igp di cui due, in particolare, nascono esclusivamente in realtà locali con meno di cinquemila abitanti: il formaggio Dop Castelmagno e la Robiola di Roccaverano.

“I piccoli comuni nella nostra regione rappresentano quasi l’89% del totale delle amministrazioni locali con poco meno del 30% della popolazione. Si tratta di una rete diffusa e capillare dove il senso di comunità si allea con l’appartenenza territoriale e la custodia di valori e cultura come quella del cibo e dei prodotti tipici – spiegano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Abbiamo, quindi, un patrimonio che si è conservato nel tempo grazie al lavoro e all’impegno costante dei nostri imprenditori che hanno saputo mantenere le tradizioni alimentari e salvaguardare i territori".

"L’enogastronomia in queste aree, oltretutto, offre opportunità lavorative e sono diversi i giovani che hanno deciso di non abbandonare gli antichi borghi. La nuova legge – concludono Revelli e Rivarossa - rappresenta il riconoscimento anche giuridico del valore economico, sociale ed ambientale dei piccoli comuni che, nell’anno dedicato al cibo italiano nel mondo, si aprono al turismo”.

r.g.

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