Quest'anno l'export non ha "spinto" il Piemonte. Lo dicono i dati sui primi nove mesi elaborati da Unioncamere Piemonte, che dimostrano come il valore di ciò che abbiamo venduto oltre confine si sia attestato quasi a quota 36 miliardi di euro (35,9 per l'esattezza), ma con una crescita di poco più di mezzo punto percentuale rispetto al settembre del 2017. Un +0,6% che, peraltro, si dimostra parecchio più debole rispetto al +3,1% segnato a livello nazionale nello stesso periodo di tempo.
Nonostante la scarsa vivacità, nel periodo gennaio-settembre 2018 il Piemonte si conferma comunque la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,5% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza tuttavia inferiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2017, quando era pari al 10,8%). Tra le principali regioni esportatrici il Piemonte è stata, infatti, quella che ha realizzato il risultato meno brillante. La Lombardia ha incrementato le esportazioni del 5,1%, il Veneto si attestato a una crescita del 5,4% delle vendite oltre confine e l’Emilia Romagna ha realizzato un incremento delle esportazioni del 5,2%.
“Dopo la fragilità che abbiamo già registrato per la produzione industriale nel III trimestre 2018, anche il risultato dell’export piemontese nei primi 9 mesi dell’anno ci restituisce una regione che sta perdendo terreno, che affanna ad affermarsi nei principali Paesi del mondo, soprattutto verso la Cina e il Giappone. Il risultato complessivo (+0,6%) peggiora analizzando il comparto dei mezzi di trasporto. Un duro colpo per la nostra regione, votata per natura al manifatturiero. Un grido d’allarme del settore che chiede maggior attenzione, politiche più efficaci per permettere alle aziende di consolidare la propria presenza sul nostro territorio e soprattutto un piano industriale per il manifatturiero che sia frutto di una visione condivisa tra tutte le istituzioni e a cui le Camere di commercio sono pronte a continuare a dare il proprio contributo”, commenta Vincenzo Ilotte, presidente di Unioncamere Piemonte.
Valutando le singole performance trimestrali si osserva come nel corso del 2018 l’andamento delle vendite piemontesi oltre confine sia progressivamente peggiorato. Al debole incremento del I trimestre (+1,2%) hanno fatto seguito i risultati piatti del II trimestre 2018 (+0,9%) e del III trimestre (+0,0%).
Il trend evidenziato dalle esportazioni regionali nel periodo gennaio-settembre 2018 è stato positivo per tutti i principali settori di specializzazione piemontesi ad eccezione dei mezzi di trasporto, che avevano trainato la crescita nel biennio precedente. Questo comparto, che genera poco meno di un quarto delle esportazioni regionali, aveva subito una battuta d’arresto già nel semestre dell’anno, confermata anche dal risultato complessivo dei primi 9 mesi 2018 (-9,1%). In particolare le flessioni più consistenti hanno riguardato l’export di autoveicoli (-17,8%), del ferrotranviario (-33,4%) e della nautica (-3,6%). Negativo anche il risultato delle vendite oltre confine della componentistica autoveicolare (-2,1%).
La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali, ha evidenziato uno sviluppo delle vendite oltre confine del 1,8%. L’alimentare, terzo settore con un peso di poco inferiore all’11%, ha realizzate una crescita importante rispetto allo stesso periodo del 2017 (+9,1%). Una dinamica vivace ha caratterizzato la filiera della gomma plastica (+6,1%) e quella dei metalli (+4,3%). In crescita anche il comparto del tessile abbigliamento (+3,7%).
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nei primi 9 mesi del 2018 il bacino dell’Ue-28 ha attratto il 58,7% dell’export regionale, quota superiore rispetto a quella dell’analogo periodo 2017 (57,7%). Si è invece ridotto il peso esercitato sul totale delle esportazioni regionali dai paesi Extra Ue-28 (41,3%).Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono cresciute dell’1,9% rispetto ai primi 9 mesi del 2017. La Francia e la Germania, primi partners commerciali della regione, assorbono entrambi un quota del 13,6% dell’export piemontese e mostrano variazioni positive rispettivamente pari a +1,5 e +1,8 punti percentuali.
Buone le variazioni registrate verso tutti gli altri principali partner commerciali comunitari ad eccezione della Spagna (-5,5%) e della Romania (-5,2%). Particolarmente importante è risultato l’aumento delle esportazioni verso il Regno Unito (+4,4%) e la Repubblica Ceca (+7,5%).
Il calo registrato dalle esportazioni verso i Paesi extra Ue-28 (-1,2%) è stato principalmente il frutto della riduzione dell’export verso l’area asiatica. In particolare è stata determinante la flessione delle vendite verso la Cina (-27,2%), dovuta ai mezzi di trasporto. In diminuzione anche l’export verso il Giappone (-11,2%), la Corea del Sud (-4,9%) e Hong Kong (-3,7%). Negativo anche il dato delle esportazioni verso la Turchia (-17,78%). Positiva invece la dinamica registrata verso il mercato statunitense (+14,1%), grazie al comparto alimentare e a quello metalmeccanico. Debolmente positivo il dato della Svizzera (+1,0%), in crescita il Brasile (+19,4%).
A livello territoriale si rilevano performance positive per tutte le realtà provinciali escluso il capoluogo regionale, che, a causa del trend dei mezzi di trasporto, segna una flessione delle vendite oltre confine dell’12,0%. Cuneo, seconda provincia dell’export regionale, registra uno sviluppo del 5,5%. Alessandria cresce del 4,5% e Novara incrementa l’export del 3,7%. Decisamente positive anche le performance di Vercelli, che cresce del 9,2% e Verbania (+5,2%). Biella chiude i primi 9 mesi del 2018 con un segno più (+3,3%). Asti, che pesa comunque solo per il 7,4%, sul dato regionale, cresce a ritmo sostenuto, trainata dall’ottimo andamento evidenziato da tutti i settori ed in particolar modo dal comparto della chimica farmaceutica, da quello dell’elettricità ed elettronica e dalla metalmeccanica.