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Attualità | 22 marzo 2019, 06:00

Dopo 40 anni IPLA è tornata a fiorire, vegliando dalla collina sul cuore green di Torino

Dal periodo buio della crisi e dei bilanci in rosso, oggi una delle partecipate più antiche cerca il rilancio. Chiamparino: "La valorizzazione del bosco è una necessità sempre più sentita, dai Comuni della nostra regione"

Dopo 40 anni IPLA è tornata a fiorire, vegliando dalla collina sul cuore green di Torino

Quarant'anni al servizio dell'ambiente non delle piante da legno. Pochi ne conoscono l'esistenza, ma da quattro decenni esatti (è stata fondata nel 1979) l'IPLA veglia su Torino adagiato sulle colline verso San Mauro, proprio sotto Superga.

L'Istituto per le piante da legno e l'ambiente - una delle partecipate storiche della Regione - continua oggi a fare ricerca e sperimentazione, anche se i numeri al suo interno (a partire dalla governance) sono cambiati. Ma dopo le difficoltà di inizio decennio, dal 2014 in poi IPLA ha ripreso a operare a pieno regime, all'interno della tenuta Millerose, su una superficie di 30 ettari. E sabato 23 marzo vuole raccontarsi alla cittadinanza con un'apertura straordinaria dei suoi cancelli.

La storia recente fissa bel 2011 e nel 2012 un passivo accumulato di oltre 1,3 milioni. Da lì, tramite una ricapitalizzazione della Regione e l'uso della cassa integrazione fino a marzo 2014 si è navigato a vista, senza grandi prospettive per il futuro e azzerando manutenzione e investimenti. Tagli dei costi e riforme interne hanno portato fino agli anni recenti, dove sono stati rivisti i contratti ed è stata messa a norma la questione sicurezza. Ma soprattutto sono stati chiusi in attivo i bilanci dal 2014 in poi. "Sono stati 5 anni importanti e ognuno di noi ha fatto sacrifici - racconta Igor Boni, amministratore unico di IPLA - ma a rischio c'era soprattutto la missione di IPLA, tra lotta ai patogeni, sperimentazione e tutela della biodiversità".

Oggi i dipendenti sono 44 (erano 54 nel loro massimo) e i rapporti con la Regione (ma anche con Arpea) sono decisamente migliorati, il tutto sotto la guida di Luca Rossi, direttore generale di IPLA. "Una delle armi vincenti è stata la sensibilizzazione e la partecipazione dei dipendenti in prima persona - dice Rossi - riuscendo a restituire con la migliore efficienza possibile le risorse pubbliche che sono destinate alla nostra attività". Un ambiente casalingo, dove nessun dirigente è inquadrato come tale ma getta il cuore oltre l'ostacolo.

"A inizio legislatura avevamo dubbi sul futuro di IPLA - ammette il governatore Sergio Chiamparino - proprio per i conti e i problemi dell'epoca. Ma qui hanno saputo rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni gestionali anche con sacrifici personali di chi lavora presso l'Istituto". "Ora ci sono basi solide - prosegue Chiamparino - ma si dovrà continuare a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Si tratta però di uno strumento con grande potenzialità per una regione con un milione di ettari di bosco e una delle sollecitazioni che arriva da Uncem e Comune è proprio la valorizzazione del bosco".

Massimiliano Sciullo

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