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Attualità | 20 luglio 2019, 19:10

Il Comitato Dora Spina 3 sul Kappa FuturFestival: “Via da Parco Dora”

Lettera aperta del gruppo di cittadini sugli aspetti negativi della kermesse musicale andata in scena il 6 e 7 luglio: tra impatto sonoro e ambientale, i presunti favoritismi dell'Amministrazione

Il Comitato Dora Spina 3 sul Kappa FuturFestival: “Via da Parco Dora”

Il Comitato Dora Spina 3 non ci sta e, attraverso una lettera aperta inviata anche alla Città di Torino, chiede a gran voce di spostare il Kappa FuturFestival da Parco Dora a una nuova location lontana dalle case.

Il gruppo di cittadini invoca, in modo particolare, maggior rispetto per chi vive nei quartieri limitrofi: “Non possono - si legge – essere sacrificati ai profitti dell'evento, è necessario fare riferimento alle conseguenze negative che il festival ha sui quartieri limitrofi, raccontate dalle lettere di persone fortemente irritate da disagi sottovalutati dall'amministrazione comunale”.

Nel mirino del comitato, oltre all'impatto sonoro e ambientale, ci sono anche i presunti favoritismi fatti da Palazzo Civico: “La musica elettronica - prosegue la lettera – è caratterizzata da bassi, fortemente invasivi e disturbanti per le case, senza considerare gli sforamenti fatti".

"In più, il parco non è stato impegnato solo per i due giorni di concerto ma per quasi due settimane, l'area vietata alla cittadinanza è stata di 150mila metri quadrati, la grande quantità di spettatori non si è astenuta dal lasciare rifiuti o altro e la tassa di occupazione del suolo pubblico è stata di soli 23 mila euro, cifra risibile se rapportata alla percentuale di imposte sul reddito pagata da un normale lavoratore”.

In chiusura, un accenno anche alle vecchie voci relative a una possibile gestione del Parco Dora proprio da parte del gruppo guidato da Maurizio “Juni” Vitale: “L'organizzatore – si ipotizza - si candida a gestire la cura dell'intero parco, impegnandosi preventivamente a riempirlo con una serie frequente di eventi".

"Come prevedibile, le manchevolezze da tempo sollecitate dai cittadini sono abilmente utilizzate da un privato per mettere le mani sul parco, vista l'incapacità delle istituzioni, comunali e circoscrizionali, di essere interlocutori che condizionano il loro agire”.

Marco Berton

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