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Fotogallery | 28 settembre 2019, 12:20

Scambio di vestiti e sartoria popolare: con ABITO il riuso diventa filiera sociale

Il progetto è curato dall'associazione San Vincenzo de Paoli con la Croce Verde. Questo weekend il lancio del Second Hand Market

Scambio di vestiti e sartoria popolare: con ABITO il riuso diventa filiera sociale

Un progetto di scambio di indumenti e inclusione sociale per contrastare la povertà e favorire l'integrazione. È "ABITO", a cura dell'associazione San Vincenzo de Paoli, che rinnova l'ormai storico servizio di distribuzione vestiti  - di sostegno ogni anno a circa 700 persone -, ma questa volta stimolando la partecipazione attiva dei suoi beneficiari.

Realizzato in collaborazione con la Squadra Giovani della Croce Verde, il progetto è tra i vincitori del bando "PON Città Metropolitana 2014-2020" indetto dal Comune di Torino.

Agli utenti, selezionati tramite colloquio in base all'ISEE e su segnalazione della stessa San Vincenzo o di altri enti del terzo settore, verrà messa a disposizione una tessera a punti gratuita da usare nell'ABITO Social Factory (via Santa Maria 6/i), dove i capi vengono selezionati, inseriti in un database e disposti nello show room, a disposizione dei clienti.

Un locale che accoglie, nella parte sotterranea, un magazzino con il vestiario suddiviso per tipologie e taglia, mentre il piano terra è organizzato come un negozio, con tanto di camerini, che, durante alcuni open days in programma nell'anno, diventerà un vero e proprio "Second Hand Market". Esattamente come accadrà questo fine settimana, dal 27 al 28 novembre, all'interno di una mini rassegna sull'economia circolare e la sostenibilità.

A ogni indumento, dotato di etichetta digitale, corrisponde una quantità precisa di punti, scalati all'utente al momento dell' "acquisto". La tessera - una per ogni nucleo familiare - viene ricaricata periodicamente, in modo da consentire una distribuzione equa delle risorse nel tempo.

Inoltre, per ridurre al minimo gli sprechi, i vestiti non ridistribuiti saranno utilizzati come materia prima all'interno della sartoria popolare di ABITO. La speranza è di aprirla a tutta la cittadinanza, accogliendo non solamente i soggetti fragili target del progetto, ma chiunque voglia rendersi utile nelle riparazioni o le creazioni di abiti partendo da tessuti dismessi. Qui partiranno anche dei corsi di formazione per gli interessati al taglio e cucito. Un'autentica filiera sociale a km 0, insomma, che mira alla piena sostenibilità sociale, economica e ambientale.

"Come welfare - ha commentato l'assessora ai servizi sociali del Comune di Torino Sonia Schellino -, seguiamo molto le iniziative dedicate al recupero e al riuso. La coprogettazione nel terzo settore è un'alternativa al bando competitivo. Uno dei filoni da seguire è sicuramente l'economia circolare, che genera anche opportunità di lavoro. Non è facile perché ancora manca una mappa di tutto quello che già c'è e di cosa manca. Sarà da costruire insieme".

Prima uscita pubblica, nella giornata di presentazione di ABITO, anche per il neo assessore all'innovazione Marco Pironti: "La mia percezione è che il tema dell'economia circolare sia nato come valore aggiunto, ma presto debba diventare una scelta obbligata. La vera sfida sarà per le aziende che dovranno vedere interamente i loro processi interni. Il nostro ruolo, come amministrazione, è di creare una piattaforma il più agevole possibile alle nuove realtà nascenti in questo settore, stabilendo connessioni. Siamo in un momento in cui le risorse sono poche e non ci sono per tutti: disperderle sarebbe un grave errore".

Per sensibilizzare la cittadinanza verso i temi del riuso e dell'impegno sociale, saranno realizzate diverse raccolte fondi sul territorio, per rimettere in circolo gli abiti ancora disponibili e garantire al progetto l'autofinanziamento. 

"ABITO - spiega Guido Bagnoli, coordinatore del progetto assieme a Giorgio Cesta vuole favorire l'inclusione sociale, dove il sostegno sia non solo materiale ma soprattutto relazionale. Vorremmo che tutti i componenti si sentissero parte attiva della città. Dopo i circa duecento anni di storia della San Vincenzo, ci siamo col tempo resi conto che bisognava innovare il servizio, ponendoci degli obiettivi specifici. Innanzitutto, aumentare la dignità delle persone, aiutarle a responsabilizzarsi e sentirsi protagonisti della società. Lo scopo ultimo è di stimolare delle buone pratiche rigenerative su tutto il territorio".

Il servizio di ABITO sarà attivo presumibilmente da metà ottobre, con la raccolta il lunedì e il martedì dalle 15 alle 18, il mercoledì dalle 10.30 alle 13. La distribuzione, invece, funzionerà il martedì dalle 18 alle 13, il mercoledì e il sabato dalle 15 alle 18.

Per informazioni: www.progettoabito.org

Manuela Marascio

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