Il preziosismo dell'esotico trasporta il Teatro Regio di Torino in terre lontane, segrete e ricche di fascino, suggellando l'atteso ritorno della coppia Julien Lubek-Cécile Roussat per un'opera raffinatissima, potente e inusuale. I pescatori di perle (Les Pêcheurs de perles) di Georges Bizet inaugura la nuova stagione questa sera, alle ore 20, e resterà in scena per cinque recite fino al 20 ottobre. Alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, lo statunitense Ryan McAdams. I quattro protagonisti dell’opera sono: Hasmik Torosyan (Leïla), Kévin Amiel (Nadir), Pierre Doyen (Zurga) e Ugo Guagliardo (Nourabad); il Coro è istruito dal maestro Andrea Secchi.
E' il primo capolavoro di un Bizet non ancora venticinquenne, ma già consapevole delle proprie capacità melodiche; lo dimostra la presenza, nella composizione, di alcune tra le più belle arie di tutti i tempi. L'orchestrazione, governata con eleganza, trasporta lo spettatore in mondi misteriosi fin dall'apertura del sipario, raccontando una storia di solidarietà amicale e coraggio, prima ancora che d'amore e fedeltà.
In un remoto angolo dell’isola di Ceylon, il pescatore di perle Nadir rinnova il suo giuramento di amicizia al capo villaggio Zurga; il loro legame sarà più forte di qualsiasi sentimento d’amore. Ma la promessa viene meno quando la sacerdotessa Leïla, giunta sull’isola per consacrarsi a Brahma, riconosce in Nadir il bellissimo giovane visto durante una processione a Kandy, e mai dimenticato: i due si dichiarano il loro amore, pronti ad affrontare la morte se necessario. Zurga, sentendosi tradito, condanna al supplizio gli amanti, ma sarà infine la sua lealtà per l’amico a prevalere, permettendo ai due giovani di fuggire.
Ogni dettaglio, nei Pescatori, è trattato dall’autore con espressività seducente e unica. Così rara che solo pochi – tra cui Hector Berlioz – seppero coglierne la genialità al suo debutto. Al suo debutto al Théâtre Lyrique di Parigi nel 1863, l'opera venne infatti accolta freddamente dalla critica e scomparve dai palcoscenici fino a dopo la morte del compositore; solo in tempi recenti è stata riportata in scena, riscoprendone il valore.
Opéra lyrique in tre atti su libretto di Eugène Cormon e Michel Carré, I pescatori di perle va in scena per la prima volta sul palcoscenico del Regio nell’edizione in lingua originale francese. Ryan McAdams, diplomato in pianoforte all’Indiana University e in direzione d’orchestra alla Juilliard School, ha già al suo attivo una brillante carriera e ruoli importanti: è stato assistente di Alan Gilbert e di James Levine, direttore apprendista alla Fondazione Chateauville per Lorin Maazel e direttore musicale della New York Youth Symphony. Ha vinto il Glimmerglass – Aspen Prize per la Direzione e il Premio Solti come Direttore emergente. McAdams si è già misurato con la direzione dei Pescatori nell’esecuzione in forma di concerto del 2015 alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI.
Regia, scene, costumi, coreografia e luci del nuovo allestimento sono firmati da Julien Lubek e Cécile Roussat, di cui il pubblico del Regio ha avuto modo di ammirare la suggestiva messa in scena di Didone ed Enea nella Stagione 2015-2016. Il sodalizio dei due artisti francesi è nato nel 2000, alla scuola per mimi del grande Marcel Marceau; radici importanti che hanno segnato fortemente la strada per l’attività registica del duo, che dal 2004 ha già firmato importanti allestimenti, quali Il flauto magico, La clemenza di Tito, Cenerentola; filo conduttore, la sinergia tra movimento, musica, arti visive, proiezioni, illusionismi, danza e arte circense, un taglio stilistico che valorizza a pieno la raffinatezza di un titolo raro come I pescatori di perle.
Hasmik Torosyan torna al Regio dopo la bella prova nei panni di Amina (La sonnambula) della scorsa Stagione: da un ruolo belcantistico all’acrobatica parte vocale della sacerdotessa Leïla, il giovane soprano armeno continua ad ampliare il suo già ricco e vario repertorio di primedonne d’opera. Appena trentenne, Kévin Amiel, francese di Tolosa, è già un veterano del palcoscenico, avendo affrontato con padronanza i principali ruoli tenorili dell’opera italiana e francese, considerato uno degli interpreti di maggior talento di nuova generazione.