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Attualità | 17 ottobre 2019, 08:05

Bimbo autistico promosso forzatamente, lo sfogo della mamma: “La scuola non lo voleva più" [VIDEO]

Il racconto toccante di Alessandra Rubiolo: “Edoardo è diventato più autolesionista, la mia è una battaglia per tutte quelle famiglie che hanno un figlio autistico nel periodo dell’obbligo scolastico e vivono quotidiane difficoltà”

Bimbo autistico promosso forzatamente, lo sfogo della mamma: “La scuola non lo voleva più" [VIDEO]

 “Io non ho più fiducia nelle istituzioni, il rapporto si è rotto. Mio figlio è diventato più autolesionista, si tira pugni sulla testa”. Trattiene a stento le lacrime Alessandra Rubiolo, mamma di Edoardo, mentre racconta la vicenda che vede protagonista suo figlio, un ragazzo autistico di 15 anni promosso forzatamente dalla terza media al liceo, nonostante non vi fossero le condizioni per far proseguire al ragazzo il proprio percorso di istruzione.

Edoardo ha uno sviluppo che si aggira intorno ai tre anni, per questo ho richiesto alla scuola di trattenerlo un altro anno alle media, perché potesse essere ancora aiutato” spiega la mamma di Trofarello che, nonostante una separazione alle spalle, ogni giorno prova in tutti i modi a supportare suo figlio, accompagnandolo in quelle che sono le normali fasi di una giornata. “Attraverso l’Anffass siamo andati a parlare con il preside della scuola Leopardi, che inizialmente ci ha dato la disponibilità a tenere il bambino ancora un anno nella scuola media, dopo la presentazione di una documentazione in cui un professionista attestasse che il ragazzo non fosse ancora pronto ad affrontare il liceo”. 

L’amara sorpresa è arrivata il giorno in cui i compagni di classe di Edoardo si sono ritrovati a scuola per l’esame di terza media: “Mi hanno chiamata dalla scuola chiedendomi come mai non avevo portato mio figlio all’esame. E’ stata una doccia fredda, ho capito che qualcosa era andato storto. Risultavo inadempiente per non aver portato mio figlio, autistico grave, all’esame di terza media”. “A quel punto - racconta la mamma - abbiamo dovuto prendere l’attestato di frequenza e andare al liceo”. 

La sensazione della signora Rubiolo è che la scuola non volesse più il figlio: “Avevamo questa perplessità da tempo, la storia dell’esame l’ha confermato. Il risultato? Ci siamo trovati sballottati al liceo. Nessuno era pronto: né Edoardo, né la nuova scuola che ha dovuto inserirlo poco alla volta, 2 o 3 ore al giorno”. Un problema non da poco, sia per il ragazzo che per la mamma, che ha causato enormi sofferenze a Edoardo: “Sono separata, ho bisogno di lavorare. Non ci fossero stati i miei genitori non avrei saputo come fare”. “Mio figlio ora è diventato autolesionista, ha patito questo cambiamento”.

La vicenda, nonostante il preside abbia confermato di aver “sostenuto Edoardo facendo tutto ciò che era possibile”, ha spinto la mamma Alessandra a dare voce a tutte quelle famiglie che hanno un figlio autistico nel periodo dell’obbligo scolastico e vivono quotidiane difficoltà. “Non ho più fiducia, mi sono rassegnata. Le istituzioni sono più in difficoltà di me: dovrebbero seguire i nostri figli, ma non hanno competenze specifiche. Questo fa cadere le braccia”.

Sul tema è intervenuto anche Giancarlo D’Errico, presidente Anffass Torino: “Abbiamo supportato la signora, senza lasciarla sola, dandole la nostra conoscenza come strumento perché potesse esercitare quello che è solo un semplice diritto”. “Spesso, nel confronto tra scuola e cittadino, scopriamo che l’anello debole è il cittadino”. Spiega D’Errico. Il presidente Anffass racconta come il diritto al sostegno sia erroneamente visto come un “privilegio, nonostante sia sancito dalla Costituzione e dalla convenzione Onu”. “Le scuole non possono arrivare impreparate - attacca D’Errico - ci sono tutti gli strumenti per arrivare pronti a queste situazioni, Stiamo parlando dei diritti delle persone”.

Andrea Parisotto

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