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Eventi | 05 gennaio 2020, 15:35

Con "Il caso W", Claudio Morganti riapre a teatro l'inchiesta incompiuta di Büchner

Al Teatro Astra, dal 9 gennaio, l'opera che affronta il processo al barbiere assassino Johann Christian Woyzeck, giustiziato a Lipsia nel 1824, e lo confronta con controversi casi giudiziari di ieri e di oggi

Con "Il caso W", Claudio Morganti riapre a teatro l'inchiesta incompiuta di Büchner

Il processo-farsa al barbiere Johann Christian Woyzeck, giustiziato nel 1824, a Lipsia, rivive finalmente in scena attraverso un confronto serrato con diversi casi giudiziari tra passato e presente. Da giovedì 9 a domenica 19 gennaio arriva al Teatro Astra di Torino, per la Stagione TPEIl Caso W, prodotto da Teatro Metastasio di Prato, Tpe - Teatro Piemonte Europa, Armunia - Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello ed Esecutivi per lo spettacolo. Lo spettacolo, su un nuovo testo scritto da Rita Frongia, segna il ritorno alle scene di un grande "irregolare" del teatro italiano: il Premio Ubu Claudio Morganti.

L'opera si rifà alla celebre tragedia Woyzeck, composta nel 1837 da Georg Büchner, ispirata a reali fatti di cronaca. Il processo Woyzeck, accusato di aver ucciso la compagna  Johanna Christiane Woost, durò oltre tre anni, e per valutare la sanità mentale dell'imputato venne richiesta la perizia di uno psichiatra, il dottor Johann Christian August Clarus. Gli furono diagnosticate depressione e schizofrenia, oltre a disturbi quali la depersonalizzazione. Il 12 luglio 1824 la corte condannò a morte l'uomo.

L'esecuzione pubblica della decapitazione, che avvenne nella piazza del mercato della città, era la prima in città dopo trent'anni, e sarebbe stata anche l'ultima mai avvenuta a Lipsia. Il fatto, che ebbe vasta eco nazionale, ispirò l'opera di Büchner, scritta tra il 1836 e il 1837, rimasta incompiuta per la sua morte.

Il Caso W riparte da qui. Riapre il fascicolo giudiziario e lo confronta con controversi casi di ieri e di oggi. Di fatto, in scena viene disposto un vero e proprio processo: quello mai scritto da Büchner, ma che effettivamente si svolse portando all'esecuzione dell'imputato, e per il quale ci fu un tentativo di dibattere in aula - per la prima volta nella storia - sulla questione della capacità di intendere e di volere. 

"Si tratta di un lavoro di fantasia, di teatro - spiega Morganti -: uno spettacolo ibrido con una grande predominanza di commedia, in cui i personaggi, i due avvocati, la difesa, il giudice, i testimoni, sono in qualche modo quelli del Woyzeck ma trasformati, riscritti e rielaborati".

Nella messa in scena, l'elemento grottesco che si ritrova talvolta nei tribunali è impastato con una serie di letture e approfondimenti su altri fatti emblematici della storia giudiziaria, e a personaggi come Pierre Rivière, Daniel Schmolling, Salvatore Parolisi, Pietro Pacciani, Claudio Grigoletto, Enrico IV, Eduardo, Vittorio De Sica.

Incorniciati dalle luci di Fausto Bonvini, sul palco dell’Astra compaiono Isadora Angelini, Gianluca Balducci, Gaetano Colella, Massimiliano Ferrari, Rita Frongia, Claudio Morganti, Francesco Pennacchia, Luca Serrani, Gianluca Stetur e Paola Tintinelli. Dieci attori protagonisti di un processo penale che si fa spettrale, tra i fantasmi nella testa e quelli che si staccano dalle crepe dei muri, nel farsesco tentativo di giudicare l’uomo. 

Lunedì 13 gennaio, alle 18m Claudio Morganti incontrerà pubblico, studenti e appassionati per il ciclo Fuori foyer. Dialoghi oltre il teatro, presso l'Associazione Pratici e Vaporosi di Torino (via Donizetti 13). Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Per informazioni: www.fondazionetpe.it 

Manuela Marascio

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