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Economia e lavoro | 11 febbraio 2020, 12:20

Skf soffre il calo dell'automotive, ma non teme gli effetti del Coronavirus. E sviluppa gli stabilimenti torinesi

Il 2019 ha regalato un bilancio in parziale sofferenza, in parte compensato dall'aerospazio e dalla riduzione dei costi. Ma proseguono le novità a Moncalieri e Airasca

Skf soffre il calo dell'automotive, ma non teme gli effetti del Coronavirus. E sviluppa gli stabilimenti torinesi

Skf non teme l'impatto del Coronavirus, almeno al momento. La multinazionale di matrice svedese, con forti presenze anche a Torino e provincia, si sfila dal gruppo delle aziende che potrebbe soffrire del blocco produttivo legato all'epidemia in Cina. "A breve termine non abbiamo notizie di posticipi o cancellazione di ordini. Speriamo si possa ripartire in fretta", spiega l'ad, Ezio Miglietta.

A monte, c'è stato il timore confidato nei giorni scorsi da Mike Manley, ad di Fca, che ha addirittura paventato il rischio-chiusura di uno stabilimento in Europa, se il freno asiatico dovesse continuare a mordere. Il secondo indizio risale invece a lunedì mattina: presentando la due giorni di Vertenza Torino, anche i sindacati metalmeccanici avevano confidato timori che tra i colossi esposti a sofferenza per il blocco di rifornimenti dalla Cina ci potessero essere FCA, ma anche la stessa Skf, annoverando la tra le eccellenze del territorio.

I vertici del gruppo gettano però acqua sul fuoco: "Se ripartiranno le fabbriche non ci saranno particolari problemi - assicura Miglietta -. Anzi, due dei nostri stabilimenti sono ripartiti proprio ieri, anche se con parte dello staff che lavora ancora da casa. E poi non dimentichiamo che abbiamo anche molti fornitori qui in Europa". "Bisognerà vedere anche i nostri clienti quanto saranno impattati da questo fenomeno - aggiunge -. Su 6000 dipendenti in Cina, però, nessuno è stato finora coinvolto dalla malattia".

I numeri del 2019 però mostrano anche Skf ha accusato i colpi di un rallentamento generale, ancora più forte per il comparto automotive. Il fatturato, pur sopra il miliardo di euro, è calato del 3% (1.131 contro 1.168 milioni del 2018). "Ci conforta però l'essere riusciti a operare sulla riduzione dei costi. E i risultati sono sostanzialmente in linea con quelle che erano le cautele a fine 2018", dice Miglietta. "In parte, l'aerospazio ha permesso di bilanciare il calo dell'automotive". Un fenomeno che riguarda da vicino anche Skf Italia. 

Proprio in Cina le vendite sono cresciute in maniera importante, soprattutto in alcuni settori, "ma ora attendiamo di capire gli effetti del Corona Virus, che non sono sotto il nostro controllo", spiega Fabrizio Allora, direttore finanziario di Skf Industrie.

Per quanto riguarda il territorio italiano, su 15 stabilimenti Torino continua a recitare un ruolo importante con gli stabilimenti di Airasca, Frossasco, Moncalieri, Pianezza e Villar Perosa, oltre alla vicina Villanova d'Asti. E in queste fabbriche il 2019 ha portato parecchie novità. Ad Airasca è stato completato il rinnovamento del polo logistico con l'installazione di 8 nuovi traslo-elevatori. Sempre ad Airasca, ha iniziato a funzionare il Life Test Centre, che permette test sui cuscinetti a sfera con nuove raccolte dati. È diventato infine operativo a Moncalieri il nuovo Centro diagnostico in remoto, che permette di controllare a distanza il funzionamento delle macchine rotanti.

Massimiliano Sciullo

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