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Sanità | 22 marzo 2020, 07:30

La vita più forte del Coronavirus, il sindaco diventato papà ai tempi del Covid-19: “Vi racconto la mia esperienza” [VIDEO]

Il parto, la gioia e la distanza obbligata da moglie e figlia. Fulvio Gallenca, sindaco di Foglizzo, è diventato papà da dieci giorni e ci racconta cosa vuol dire amministrare una città e diventare padre durante una fase d’emergenza sanitaria

La vita più forte del Coronavirus, il sindaco diventato papà ai tempi del Covid-19: “Vi racconto la mia esperienza” [VIDEO]

La vita più forte dell’emergenza Coronavirus. In un periodo molto complicato per il Piemonte e l’Italia intera, nonostante le tante difficoltà, ci sono storie in grado di portare una ventata di speranza e ottimismo. E’ il caso dell’esperienza vissuta da Fulvio Gallenca, sindaco di Foglizzo, che oltre ad amministrare un paese di oltre 2.000 abitanti, è da poco diventato papà.

 Lo scorso 12 marzo infatti, Paola, la moglie del primo cittadino, ha dato alla luce Caterina. Un momento di gioia infinito, reso però ancora di più unico dal contesto Coronavirus. Cosa vuol dire oggi avere un figlio nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria senza precedenti? E come si concilia la frenetica attività di sindaco con l’essere appena diventato papà? Ne abbiamo parlato direttamente con Fulvio Gallenca, primo cittadino di Foglizzo.

 - Cosa significa diventare padre ai tempi del Coronavirus? Ci racconti la sua esperienza in ospedale.

Giovedì 12 marzo è nata Caterina, figlia mia e di mia moglie Paola. L’esperienza è stata sicuramente diversa dall’ordinario, il Coronavirus ha sconvolto tutto. La bimba è nata al Sant’Anna di Torino, basti pensare che io ho potuto starle vicino il primo giorno, la prima notte e poi ho rivisto mia moglie e mia figlia il giorno delle dimissioni.  Nemmeno al papà era consentito di andare a trovare la figlia. Io ho portato pazienza, ma per una mamma è un’esperienza difficile, non possono avere vicini i loro cari per il supporto psicologico e della vita ordinaria. Gli operatori fanno il più possibile, ma se nei giorni normali è prevista la presenza di un caro per un supporto 24 ore su 24 è perché è ritenuto un aiuto utile. In questo periodo i ricoverati devono risolvere le loro incombenze “da soli”. La partoriente deve accudire un bimbo appena nato nonostante i postumi di un parto, che per quanto sia un evento lieto è comunque stancante.

 

 

- Quanto è stata grande l’emozione di riabbracciare la moglie e la figlia, una volta dimesse dal Sant’Anna?

Stupendo, una cosa bellissima. Ricevere mia figlia in mano uscita dalla sala parto è stata l’emozione più grande della mia vita, ma rivederle dopo qualche giorno di separazione è stata un’esperienza straordinaria. 

- Come sta conciliando il ruolo di papà con quello di sindaco, soprattutto in un periodo molto intenso?

Per fortuna mia moglie è bravissima e sta bene. C’è un altro aspetto nel diventare genitori nel periodo del Coroanvirus: dobbiamo però fare tutto da soli, i nonni non hanno avuto modo di conoscere la nipotina e di darci del supporto. Si è in casa senza il supporto dei famigliari o le viste degli amici, anche se ormai con la tecnologia riescono a esserci vicini lo stesso. L’esperienza da sindaco in questi giorni è molto impegnativa, da noi a Foglizzo è stato ufficializzato un primo caso di Coronavirus, si tratta di una persona che purtroppo è già deceduta e la positività è stata riscontrata in seguito. Sono convinto ci saranno altri casi, è solo una questione di probabilità. Il picco deve ancora arrivare. L’attività di sindaco va svolta, soprattutto in questi momenti: ho la fortuna di avere il buon supporto dei dipendenti comunali, che in maniera responsabile si stanno rendendo disponibili anche fuori orario. Ci sentiamo in maniera continua, abbiamo cercato di ridurre drasticamente i contatti interpersonali tra noi perché il virus non dilaghi, perché poi bloccherebbe la macchina comunale. Abbiamo bisogno che i dipendenti del Comune siano in salute per garantire i servizi. Posso solo ringraziarli. Gli altri amministratori e il vicesindaco sono aiuti importanti, mi aiutano se sono in ospedale, ecc. C’è un’organizzazione che se lavora bene riesce a gestire la situazione.

- A proposito di organizzazione, io la chiamo da Torino che è una città enorme rispetto a Foglizzo. I vostri cittadini sono abituati a spostarsi da un comune all’altro per avere garantiti i servizi? Le dinamiche sono diverse, immagino: avete attivato servizi ad hoc?

Foglizzo è piccola, ha poco più di 2300 abitanti. Come un piccolo quartiere o un grande complesso residenziale di Torino. Questo ha dei pro e dei contro. Pur essendo piccoli abbiamo alcuni servizi e attività commerciali come la farmacia, negozi alimentari, tabaccheria, edicola e ferramenta. Servizi indispensabili per gli elenchi ministeriali. Queste attività hanno attivato servizio di consegne a domicilio, ci siamo limitati a raccogliere la disponibilità dei commercianti e a promuoverla verso i cittadini. Abbiamo già da tempo attivato il servizio di distribuzione del banco alimentare per i nuclei indigenti. Questo mese il servizio che generalmente viene svolto dai volontari del gruppo vincenziano, verrà svolto in collaborazione con la protezione civile. Verrà fatta casa per casa, con i volontari che si sono messi a disposizione dell’amministrazione. Per fortuna siamo autonomi rispetto alle esigenze dei cittadini.

- In conclusione, una delle cose che si dice più spesso è che più i cittadini riusciranno a comportasi come una comunità coesa, prima si riuscirà a uscire da questa fase d’emergenza. E’ d’accordo? Ha notato esempi di solidarietà all’interno della sua città?

Sicuramente. Devo dire che ho notato un’evoluzione di responsabilità da parte dei cittadini. All’inizio il virus era visto lontano, ora ci aspetteranno momenti in cui le persone inizieranno a preoccuparsi sempre di più, perché il virus arriva ovunque. Le persone si stanno aiutando. Certo, ci sono casi di litigi, battibecchi e polemiche sui social. Il “nervosismo da reclusione” rende più acerbe certe situazioni, ma di contro ho notato molta unione e responsabilità verso quelli che veramente hanno bisogno. Disponibilità verso le persone messe in quarantena o verso chi ha necessità di aiuto. Il fatto di vivere in un paese piccolo fa si che vi siano legami, amicizie di quartiere. La rete di vicinato fa si che si scongiurino il più possibile situazioni di solitudine. La solidarietà tra le persone rende più lieve questo momento.

 

 

 

 

Andrea Parisotto

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