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Economia e lavoro | 24 marzo 2020, 19:15

Cub Sanità apre lo stato di agitazione del personale dei servizi socio-sanitari

Il sindacato ha preavvisato le autorità Piemontesi che potrebbe arrivare allo sciopero di tutto il settore se non verranno offerte più significative tutele al personale e agli utenti

Cub Sanità apre lo stato di agitazione del personale dei servizi socio-sanitari

Il sindacato di base CUB Sanità ha preavvisato le autorità Piemontesi che potrebbe arrivare allo sciopero di tutto il settore se non verranno offerte più significative tutele al personale e agli utenti, anche ignorando i limiti della legge sui servizi pubblici essenziali. Infatti, dichiara Alessandro Zanetti, coordinatore regionale: la stessa legga, all’art.7,  prevede la possibilità di ignorarne i limiti, in caso di grave rischio per la sicurezza dei lavoratori.

Le richieste generali del personale sono:

a)      di non essere considerati sacrificabili;

b)     la definizione di PROTOCOLLI REGIONALI OBBLIGATORI per la prevenzione, da applicare sotto controllo pubblico ovunque;

c)      che in ogni ambito lavorativo si limitino gli spostamenti e siano mantenute squadre di lavoro fisse in modo da mantenere isolato ciascun gruppo di lavoro e di utenza.

d)     Che si pratichi il principio, peraltro previsto dalle leggi, che il committente di una attività esternalizzata sia responsabile della tutela della salute e sicurezza non solo dei propri dipendenti, ma anche del personale dei servizi svolti per suo conto.

e)     che si smetta di considerare “negativo” chi è asintomatico e vadano fatti tamponi  periodici per tutti coloro che, per lavoro, devono assistere persone ed avere una molteplicità di contatti.

Il sindacato esamina punto per punto i servizi e chiede:

-          Un piano di emergenza per le Case di Riposo, i CAVS, le Residenze segnalando che questi possono a breve trasformarsi in luoghi a rischio mortale per mancanza dei DPI e per la superficialità con cui sono gestiti i problemi di sicurezza. Segnala che in molte RSA si sta diffondendo il contagio e chiede: a) un piano di rientro volontario e protetto degli anziani in famiglia, dove possibile; b) l’adozione di protocolli regionali omogenei e rigorosi per la prevenzione e protezione; c) che i DPI nelle residenze siano garantiti dalla Protezione civile analogamente alle strutture ospedaliere b) tamponi periodici.

-          Garanzia di sicurezza nei servizi di assistenza domiciliare. Denuncia che si sia verificato che la ASL TO3 abbia cercato di imporre  la prosecuzione dell’attività senza adeguate protezioni alle lavoratrici che si recano a casa degli utenti.

-          Apertura sulle 24 ore dei dormitori pubblici che oggi lasciano per strada circa 2000 “homeless” torinesi, e riorganizzazione del servizio.

-          Lavoro da casa, continuità assistenziale, sospensione del nuovo appalto per gli operatori della “Accoglienza Rifugiati”. Si sottolinea che il nuovo appalto trasformerebbe tutta la accoglienza torinese in centri da centinaia di posti, ad alto rischio di contagio come quello di Alpignano dove si sono verificati i primi casi.

-          Nei servizi di psichiatria, disabilità e piccole residenze viene chiesto, oltre ad adeguati DPI, di precisare i protocolli operativi, ad esempio in caso di allontanamenti di pazienti psichiatrici…

-          Nei servizi educativi, scolastici, ed altri servizi sospesi, viene chiesto che le ASL gli Enti Locali garantiscano il 100% del reddito, già bassissimo, utilizzando i fondi già stanziati a bilancio.

Della ricca esposizione di esempi presi dai diversi ambiti di servizio viene data copia conoscenza anche alla Magistratura per eventuali approfondimenti.

Il sindacato chiede di incontrare urgentemente il Prefetto, il presidente Cirio e la sindaca Appendino per tentare di arrivare a soluzioni delle problematiche presentate.

comunicato stampa

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