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Cultura e spettacoli | 18 settembre 2016, 07:00

Antichità e curiosità in vetrina: da vent'anni Antonio Ferrara racconta le storie di Torino

Il piccolo negozio, a due passi dal Palazzo Civico, dal 1996 è meta di appassionati, curiosi e turisti

Antichità e curiosità in vetrina: da vent'anni Antonio Ferrara racconta le storie di Torino

Da 20 anni, con i suoi oggetti curiosi, antichità e amenità strappa un sorriso a chi passa sotto i portici di via Palazzo di Città, a pochi metri dal Comune. E’ qui infatti che, dal 1996, si trova il negozio di Antonio Ferrara.

Nelle vetrine sono esposte centinaia di oggetti curiosi, dagli antichi vasi da notte che per pudicizia venivano installati all’interno di sgabelli, ai barattoli del vecchio insetticida “Flit”, ai cavalli in legno e volti in marmo urlanti. L’unico criterio di scelta, in questa collezione miscellanea, è la curiosità. “Io compero”, spiega Ferrara, “è poi metto in vendita tutto ciò che attira il mio sguardo. Oggetti che, nella maggior parte dei casi, mescolano il sacro al profano e che secondo me raccontano una storia”.

Guardando le vetrine si può notare ad esempio un libro di chiesa, dove un bambino ha annotato i suoi fioretti alla Madonna e Gesù. “Mi piace”, spiega l’uomo, “perché racconta esattamente l’essenza della vita quotidiana”.

“Vado spesso per mercatini.”- spiega Ferrara, che prosegue:”Generalmente preferisco fare delle offerte quando sono solo, perché quelli vicino a me potrebbero mostrare interesse per lo stesso pezzo. Ho poi imparato che quando mi piace un oggetto, devo chiedere il prezzo di tre o quattro, così il venditore non capisce a quale sia veramente interessato”.

Tante le tecniche affinate in questi anni per riuscire a comprare “bene”. “Quando vado alle aste mi metto sempre sul fondo”, racconta, “per vedere chi fa un’offerta. Ho l’abitudine anche di girare vasi e statue, perché sul fondo spesso si capisce se sono di valore.  Anche le ragnatele spesso sono un ottimo indicatore sull’età, così come le mani nei bronzi. Questo arto è difficilissimo da realizzare, quindi se questa parte è fatta bene, è segno che l’artista era bravo”.

Nelle sue bacheche c’è esposto un po’ di tutti, un mazzo di carte dedicato a Silvio Berlusconi, ma anche statue un po’ particolari, che l’anno scorso gli valsero un esposto di un anonimo. “La cosa”, spiega Ferrara, “non è andata avanti, ma per cautelarmi ho affisso dei manifesti. Chi l’ha presentato non ama Torino, come  me”.

Cinzia Gatti

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