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Attualità | 26 ottobre 2016, 08:29

Don DeLillo al Circolo dei Lettori di Torino ha parlato del suo ultimo romanzo: Zero K

Tutta la carica emotiva dell’evento nelle parole del braidese Nicola Brizio, presente all’appuntamento

Don DeLillo al Circolo dei Lettori di Torino ha parlato del suo ultimo romanzo: Zero K

"Quando arrivo al Circolo dei Lettori in via Bogino si è già formata una coda così lunga che in un primo momento mi viene il dubbio di aver sbagliato destinazione ed essere finito involontariamente ad un concerto di un famoso gruppo rock, eppure i RHCP a Torino hanno già suonato. Drizzo le orecchie cercando di cogliere i discorsi delle persone in fila e mi rendo conto che no, non ho sbagliato destinazione. La buona letteratura non è morta e non sono morti neppure gli amanti della buona letteratura. I ragazzi all'ingresso ben presto iniziano a sottolineare il fatto che le sedute sono già occupate in ogni ordine di posto e che non sono in grado di garantire l'ingresso a tutti. Quando arrivo davanti al grande portone in legno mi chiedono se mi va bene assistere alla presentazione in piedi ed io non ci penso due volte, sono partito con quasi tre ore di anticipo e l'ultima cosa che intendo fare è tornare a Bra senza aver ascoltato il maestro Don DeLillo. Ebbene sì, proprio lui, l'autore che ha sconvolto la letteratura americana ha attraversato l'Oceano per venire a presentare a Torino il suo ultimo romanzo: Zero K. Una volta dentro lo vedo arrivare e mi rendo conto del fatto che DeLillo è esattamente come lo avevo immaginato: pacato, curioso e vagamente rassegnato. Ha una giacca beige e un paio di pantaloni di velluto. Parla della sua ultima opera senza fretta e fa sapere al pubblico che le risposte suonano meglio in italiano. DeLillo fa parte di quella ristretta cerchia di autori che potremmo definire profetici senza il timore di essere smentiti e Zero K ne è l'ennesima conferma.

È la storia di un finanziere miliardario intenzionato a farsi ibernare insieme alla moglie malata per mano di una misteriosa organizzazione denominata Convergence che promette di scongelare i corpi dei facoltosi "clienti" solo quando i medici scopriranno una cura per debellare il male di lei.

Una velata promessa di vita eterna insomma, il solito DeLillo profetico. Zero K non è un libro di fantascienza, gli argomenti trattati sono più vicini alla religione. La promessa di una vita non destinata ad interrompersi e le fatiche per raggiungere quella che agli occhi dei peccatori appare come una salvezza (non è un caso che la sede di Governance si trovi in mezzo al deserto), il rapporto tra i padri e i figli e l'immenso mistero della morte.

I temi cari al grande autore americano tornano a mescolarsi in un quadro grigiastro dove la fede dei protagonisti è riposta nel culto del capitale che nel nuovo millennio ha progressivamente sostituito preghiere e divinità. DeLillo elimina qualsiasi forma di ironia, lo ammette candidamente rispondendo a Giuseppe Culicchia, lasciando spazio soltanto a cinismo e rassegnazione. Zero K sta a significare Zero Gradi Kelvin, vale a dire la più bassa temperatura raggiungibile in natura e Don DeLillo non avrebbe potuto scegliere titolo migliore per la sua ultima fatica letteraria, un romanzo da brividi perché parla di tutti noi, smascherando quelle che sono le nostre più sinistre e irrealizzabili ambizioni, prima fra tutte l'immortalità".

Si.Gu.

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