Il crisantemo per i propri cari al cimitero diventa un bene di lusso. A pochi giorni dalla festività dei Santi abbiamo condotto una mini-inchiesta sui fiorai di Porta Palazzo, ed il quadro che emerge è critico.
"La vendita di fiori per i defunti", spiega una commerciante, "sta procedendo molto lentamente, non abbiamo sicuramente raggiunto l'apice".
Tutto questo alla vigilia della festa, quando ormai gli affari maggiori dovrebbero già essere stati fatti.
"Purtroppo", prosegue, "siamo a fine mese e la gente deve fare il conto con le bollette da pagare, i venti euro del canone Rai direttamente addebitati, il materiale e il vestiario per la scuola dei bambini, la mensa, i primi anticipi sulla rata del riscaldamento. In questo quadro diventa difficile avere anche solo qualche euro per i fiori".
Perché è veramente di cifre basse che si parla: dai 5 euro per un mazzo finto, ai dieci, massimo quindici euro, per un vaso grosso di crisantemi o corone più composite.
Soldi che però la gente non ha più, come spiega un altro fioraio storico, che ha il banco in piazza della Repubblica dal 1985.
"Per noi", commenta, "sono calati gli incassi e aumentate le spese. Questo una volta era il mercato più movimentato della città, ma da quando è entrato in vigore l'euro è diminuito il numero di acquirenti". "È sparita quella clientela di passaggio che diceva: "Andiamo a fare un giro a Porta Palazzo". Da me viene a comprare chi mi conosce".
"Per quanto riguarda il commercio, da gennaio a settembre, è il periodo peggiore. In autunno, tra inizio delle scuole e Natale, il settore riparte", conclude.