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Attualità | 15 novembre 2016, 13:35

Torino 93sima in Italia per qualità ambiente, prima di Siracusa e Palermo

Sulla base dei 17 indicatori presi in esame - dalla qualità dell’aria alla produzione di rifiuti, dai trasporti pubblici al consumo idrico – in Piemonte Verbania è 2^, Cuneo 9^, Biella 28^, Asti 49^, Novara 58^, Vercelli 61^ e Alessandria 62^

Torino 93sima in Italia per qualità ambiente, prima di Siracusa e Palermo

L’Italia delle città e l’Italia dei cittadini. L’innovazione dal basso: la staticità delle amministrazioni scossa solo dalle idee e dalla vitalità dei cittadini.  Aria, acqua, mobilità, energia, rifiuti: Macerata, Verbania, Mantova, Trento e Bolzano guidano la classifica delle migliori ecoperformance della XXIII edizione

Una diffusa staticità. È questa la diagnosi dello stato di salute delle città italiane fotografate da Ecosistema Urbano 2016, il rapporto realizzato da Legambiente in collaborazione con l’istituto di ricerca Ambiente Italia e la collaborazione editoriale del Sole 24 ore, giunto alla sua XXIII edizione. Un sostanziale immobilismo che non si registra solo considerando i dati attuali con quelli dell’anno precedente, ma che si conferma anche valutando un periodo più lungo, i cinque anni della durata del mandato di un sindaco.

La graduatoria delle città migliori è stata presentata ieri: tra le prime dieci troviamo capoluoghi al di sotto degli 80mila abitanti (Macerata, Verbania, Mantova, Belluno, Oristano, Cuneo, Savona), tre centri di medie dimensioni (Trento, Bolzano e Parma) e nessuna grande città. In testa ancora prevalentemente il nord del Paese assieme con due città del centro Italia, la marchigiana Macerata quest’anno prima su tutte e la sarda Oristano (ottava). Le ultime cinque sono invece Frosinone e quattro città meridionali: Palermo, Siracusa, Caserta, Vibo Valentia, fanalino di coda della classifica.

In testa alla classifica di Ecosistema Urbano 2016 troviamo Macerata che scalza dalla vetta Verbania, la vincitrice dello scorso anno, grazie ad alcuni ottimi piazzamenti nei settori chiave della ricerca. Buono il dato relativo al biossido di azoto (NO2), dove Macerata si piazza ottava assoluta con una media di 17,9 microgrammi/mc, così come ottimo il dato relativo alle polveri sottili (quarto, con una media di 17,0 microgrammig/mc). Relativamente buono il livello dei consumi idrici procapite che con una media giornaliera di 125,9 l/ab/giorno tengono la città al quattordicesimo posto. Primo posto assoluto per l’assenza di grandi perdite nella rete idrica (appena l’8,6%, valore più basso della dispersione “fisiologica”) e ottimo il dato relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti dove è settima con il 73,5% di rifiuti raccolti in maniera differenziata. Infine, due buoni piazzamenti negli indici relativi alle energie rinnovabili: il capoluogo delle Marche è sesto con 18,66 kW ogni 1000 abitanti per la potenza di solare installata su edifici pubblici e tra le prime con un ottimo 98% nel nuovo indice relativo alla percentuale di fabbisogno energetico domestico proveniente da fonti rinnovabili.

In un Paese che risulta essere a due velocità - quella delle amministrazioni che si confermano lente, rigide e quasi impermeabili ai cambiamenti e quella dei cittadini con le associazioni, i comitati di quartiere, le cooperative solidali che spiccano per vivacità e spirito d’iniziativa con tantissime buone pratiche che pur coinvolgendo concretamente un condominio, una strada o un quartiere, esprimono un’idea di città e di futuro ben più ampia, in grado di coniugare giustizia sociale e vivibilità, cultura e socialità, economia e ambiente – non brilla di certo la posizione di Torino. Tra le grandi città, Palermo, terz’ultima, ha risultati accettabili solo per i dati legati all’ozono, tra i più bassi in assoluto, e nel numero di auto circolanti con un non esaltante 57 auto ogni 100 abitanti. Performance deludente anche per Milano (73esima), con i peggiori dati in assoluto per le medie dell’Ozono e penultima nelle polveri sottili (fa peggio solo Frosinone), nei consumi idrici (solo Reggio Calabria la supera), e con solo il 4% di copertura dei consumi elettrici domestici provenienti da fonti rinnovabili. Napoli (82esima), mostra perdite della rete idrica che superano il 40% e infrastrutture dedicate alle bici praticamente quasi inesistenti; Roma (85esima), registra pessime medie per NO2, perdite della rete idrica che sfiorano il 45%, elevata produzione di rifiuti e zero per solare installato su edifici pubblici. Infine, Torino (93esima), fa molto male sia per quel che concerne il biossido di azoto (No2), in cui va peggio solo Milano, che nelle medie delle polveri sottili (Pm10).

Seconda è Verbania, che resta tra le primissime confermando ottimi dati per quel che concerne l’NO dove è dodicesima con 21 microgrammi /mc, nelle medie relative alle polveri sottili (quarta insieme a Macerata) con la buona media di 17,0 microgrammi /mc, nelle perdite della rete idrica dove si attesta con il 22,7% di acqua dispersa, e nell’abituale ottimo dato relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti dove Verbania fa meglio di tutti con l’86,2% di rd. Per estensione della superficie pedonalizzata pro-capite Verbania è seconda solo a Venezia con 2,10 mq per abitante, mentre per il livello di infrastrutturazione per la ciclabilità il capoluogo piemontese è quinto con 24,02 metri equivalenti ogni 100 abitanti.

Per qualità del proprio ambiente, sulla base dei 17 indicatori presi in esame - dalla qualità dell’aria alla produzione di rifiuti, dai trasporti pubblici al consumo idrico – in Piemonte Verbania è seconda, Cuneo nona, Biella ventottesima, Asti quarantanovesima, Novara cinquantottesima, Vercelli sessantunesima, Alessandria sessantaduesima.

S.O.

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