Il 14 novembre 2016, nella Sala dell'Orologio del Comune di Torino, le rappresentanze sindacali sono state convocate dalle commissioni III e V (Lavoro e Scuola) per sentire cosa pensano i lavoratori delle mense/refezioni scolastiche sulla questione del “panino”.
Dopo tanta attenzione mediatica dedicata alla tutela dei diritti individuali, all'educazione dei figli, ha fatto finalmente irruzione sulla scena un principio di interesse collettivo dimenticato che riguarda il lavoro, che ormai è ricordato solo nei compleanni della costituzione repubblicana..
Come organizzazione sindacale abbiamo potuto constatare l'effettiva impreparazione sull'argomento dei nostri interlocutori, fatta qualche rispettabile eccezione, riscontrabile nelle proposte finali sia di una parte dell'opposizione che della maggioranza, concentrate - in una forma o nell'altra - sulla questione delle pulizie delle aree dedicate al consumo individuale del panino.
Certo un problema, ma non quello principale.
Non crediamo che scorporare i costi delle pulizie dal servizio globale di ristorazione risolva il problema occupazionale che emerge dal calo (pur contenuto ad un 10%) delle richieste di utilizzo delle mense scolastiche, dalla ossessiva ricerca di costi pasto abbattuti.
Qualità del servizio, tutela del lavoro e dei suoi diritti, hanno un prezzo sotto il quale non si può scendere, un prezzo che non può essere scaricato sulle famiglie, ma di cui si deve responsabilizzare il Comune di Torino, a partire dalla buona scrittura del prossimo bando e capitolato d'appalto della ristorazione scolastica.
Un nuovo bando su cui - come organizzazioni sindacali dei lavoratori - chiediamo un confronto preventivo, per evitare di ritrovarci con dei danni per i lavoratori, per le famiglie, per i nostri figli, salvando quello che di buono è stato già fatto nel precedente capitolato.
Il servizio di ristorazione scolastico è un bene comune che va tutelato e migliorato, non abbattuto per esigenze di bilancio.
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