Torino ricorda Roberto Crescenzio, morto nell'attentato terroristico all'Angelo Azzurro. Era il 1 ottobre del 1977 quando, nel corso di una protesta studentesca di Lotta Continua per i fatti avvenuti il giorno prima nella Capitale, si staccò un gruppo di manifestanti. Obiettivo era la sede del bar-discoteca “Angelo azzurro” di via Po 46, verso il quale vennero lanciate delle molotov incendiare.
All’interno del locale aveva trovato riparo anche Roberto Crescenzio. Mentre i proprietari del bar riuscirono a darsi alla fuga, insieme ad un altro avventore, il perito ne uscì con ustioni letali e morì il 3 ottobre 1977.
Oggi Torino lo ha voluto ricordare con lo scoprimento di una targa alla sua memoria in via Po, proprio dove spirò tragicamente. Una celebrazione molto intensa, alla quale ha preso parte anche l'ex consigliere Silvio Viale, l'unico imputato del processo dell'epoca ad aver chiesto scusa alla mamma di Crescenzio, la signora Elvira Bacchetto, in una lettera aperta: ".. È giusto chiedere pubblicamente perdono alla madre di Roberto Crescenzio. Lo faccio..... per chi non può farlo".
"Io in quegli anni non c'ero", ha commentato Fabio Versaci, "ma credo nessuno idelogia possa giustificate quello che accaduto. Chi usa la violenza, per diffondere idee, non ha attenuanti. Questi ieri come oggi".
"L'Angelo Azzurro", ha ricordato Federica Marchioro, cugina di Roberto Crescenzio, "è stata un vortice pieno di dolore: mio cugino è stato vittima dell'odio".