L'esenzione del ticket di appena un anno per le cure sanitarie alle vittime di violenza, introdotta oggi dalla Giunta, è inaccettabile. Una vergogna. Infatti non è previsto nessun limite di tempo dalla legge regionale approvata nel febbraio 2016 (legge regionale 4/2016 "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli"). Le cure dovrebbero invece essere estese fino alla completa guarigione, senza alcun limite di tempo, come peraltro espresso chiaramente all'articolo 17 comma 9. Testuale: “E' garantita l'esenzione dal ticket sanitario per tutte le prestazioni conseguenti ad atti di violenza sessuale e domestica”.
La limitazione di un anno non è sufficiente a coprire le cure per danni fisici, morali e psicologici di gravissima entità, spesso sono necessari molti anni, pensiamo ad esempio alle donne sfregiate con l'acido. In questo modo verrebbero paradossalmente discriminate.
Pretendiamo ora un intervento immediato della Giunta per correggere quanto prima la delibera di approvazione del regolamento. La Giunta ha il dovere di applicare la legge, non di interpretarla liberamente. Soprattutto in un ambito così delicato.
Il 24 novembre 2015 il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una mozione, a prima firma Stefania Batzella, per l'esenzione del ticket per le prestazioni sanitarie per le attività legate alla violenza di genere. Successivamente, a febbraio 2016, grazie ad un nostro emendamento, è stato introdotto nella legge regionale 4/2016 l'esenzione del ticket che non era prevista nel disegno di legge nonostante il precedente atto d'indirizzo approvato.
Anche per quanto riguarda l'istituzione del “codice rosa” in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere del Piemonte avevamo presentato una mozione (a prima firma Stefania Batzella), approvata all'unanimità, il 25 novembre 2014.