Oggi è il 1° di aprile, la giornata del classico “Pesce d’aprile”, tradizione che si tramanda da secoli in molti paesi del mondo, ma dalle origini incerte dal momento che non si conosce esattamente il periodo in cui ebbero inizio, ne' per opera di chi. Il pesce d’aprile: c’è chi lo fa, chi lo subisce, chi lo conosce e lo evita, ma non tutti sanno perché il primo giorno del quarto mese dell’anno sia dedicato a questa forma culturalmente legalizzata di sfottò.
La domanda ricorrente è: perché proprio i pesci? Probabilmente perché i pesci abboccano facilmente in molti casi e certo non sono elevati a modello di animali intelligenti per eccellenza. Allo scherzo insomma, si abbocca come un pesce all’amo e quindi la connessione di senso c’è. Per altri invece questo accostamento tra gli scherzi del primo aprile e i pesci deriverebbe dall’uscita del Sole dalla costellazione dei Pesci, che avviene alla fine di marzo.
L’ipotesi che sul web vanta maggior credito fa risalire l’origine del “Pesce d’aprile” ad un periodo antecedente al 154 A.C., quando il primo giorno di aprile segnava l’inizio dell’anno. Più tardi, la Chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio. La vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani che per questo venivano derisi e scherniti.
Un’altra ipotesi, abbastanza diffusa, si rifà invece al rito pagano, legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera. Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questa occasione, tra il 25 di marzo e il primo di aprile, si usava propiziare gli dei offrendo loro doni e facendo sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle e buffonerie.
Con l’avvento del Cristianesimo, nell’Impero Romano feste di questo tipo furono sostituite con altre festività religiose al fine di far scomparire per sempre gli usi e le tradizioni pagane. Questo fu il destino che toccò anche alla festa del primo di aprile, rimpiazzata da quella della Pasqua. Le persone che, nonostante ciò, si ostinavano a festeggiare il vecchio rito pagano venivano ridicolizzate e fatte oggetto di scherzi e burle di ogni tipo.
Entrambe le ipotesi, comunque, confermano la matrice pagana e buffonesca della festa, che continua tutt’oggi, seppur con sfumature diverse, a restare viva in gran parte del mondo.
Lo scherzo più antico di cui si ha notizia è quella del maestro Buoncompagno da Firenze. Sul finire del XIII secolo questo simpatico personaggio fa sapere al popolo bolognese che il 1 aprile avrebbe sorvolato la Città usando un congegno di sua invenzione. Tra la popolazione la curiosità è tanta e tutti, nel giorno stabilito, si recano al Monte di Santa Maria per assistere allo strepitoso spettacolo. Puntuale, Buoncompagno si presenta all’appuntamento con un paio di enormi ali ma… un improvviso vento sfavorevole impedisce il volo! Quella che doveva essere una simulazione del volo d’uccello in realtà' era un goliardico e pionieristico pesce d’aprile.
Nel marzo 1878 la Gazzetta d’Italia annuncia un’altra strana notizia. Il 1 aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un maraja indiano. La curiosità per una cerimonia del tutto sconosciuta in quell’epoca attira una grande folla. Inizia l’attesa, passano le ore ma non arriva nessun carro funebre con la salma dell’indiano da cremare. Poi, all’improvviso, tra i cespugli, si fa strada un gruppo di ragazzi che gridano: "Pesci d’Arno fritti!". Fortunato l’indiano, che non era morto, e beffati i fiorentini che, come raccontano le cronache dell’epoca, si allontanano ammutoliti... facendo gli indiani.
Lo scherzo più difficile, ma anche uno tra i più riusciti, è quello di Orson Welles. Per il 1° aprile 1938 il celebre regista americano progettò uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici, però, non fu possibile mandarlo in onda. Ma Welles non si arrende e qualche mese dopo, più precisamente il 30 ottobre, finalmente la radio trasmette "La Guerra dei
Mondi": radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione è subito panico generalizzato. I centralini radiofonici delle stazioni di polizia e dei giornali vengono invasi da centinaia di telefonate: gli americani vogliono capire cosa stia succedendo. Qualcuno tira fuori la maschera antigas della prima guerra mondiale, tutti scappano terrorizzati nelle strade, prendendo d’assalto autobus e treni. C’è persino chi afferma di averli visti davvero quei marziani. La cronaca della radio, che già all’epoca era considerata - soprattutto tra le masse - un medium di massima fiducia, si trasformava in una realtà da incubo. L’indomani, tornata finalmente la calma, per le strade si contarono danni per milioni di dollari. Il giorno prima non era stato il 1 aprile, ma ugualmente il programma di Orson Welles era stata una bella beffa per gli americani.
In Italia l’uso di festeggiare il “pesce d’aprile”, che risale al periodo a cavallo tra il 1840 e il 1860, è stato importato dalla Francia in ragione delle relazioni commerciali che intercorrevano con la Città di Genova. In un primo momento la tradizione attecchì solo tra i ceti medio-alti, poi si diffuse anche tra il resto della popolazione. Ancora oggi è tradizione appendere un pesce di carta dietro la schiena del malcapitato o peggio ancora mandarlo alla ricerca di oggetti impossibili, facendolo correre incessantemente come uno "sciocco". In ogni caso, oggi, attenti agli scherzi!