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Attualità | 29 aprile 2017, 17:00

Cannabis Parade a Torino: “solo la legalizzazione delle droghe leggere può minare il narcotraffico”

Diverse le soluzioni già adottate da alcuni Stati sul tema della legalizzazione: dall’analisi delle sostanze nei luoghi di consumo, alle stanze ‘sicure’ sino alle somministrazioni controllate.

Cannabis Parade a Torino: “solo la legalizzazione delle droghe leggere può minare il narcotraffico”

Un sabato di rivendicazioni ha appena avuto inizio nel cuore di Torino: oggi, 29 aprile, la Street Parade antiproibizionista è partita da Piazza Vittorio, attraverserà la città per poi giungere al parco della Pellerina a pomeriggio inoltrato. La piazza è gremita di persone eterogenee, su uno dei carri sono issate le bandiere No Tav.

“C’è gente dal Piemonte, Lombardia, ma anche da Pisa, Bologna… ci aspettiamo circa 5mila persone” dice ‘Frankie’, organizzatore dell’evento ed esponente del centro sociale Gabrio: “E’ un evento organizzato da ‘Fine del mondo proibizionista’, un network nazionale di cui facciamo parte”. La parata non si è ancora riversata sulle strade, ma la musica risuona dalle casse dei camioncini, ancora fermi ai lati della piazza. C’è chi balla, ride, fuma e si confronta sul tema della manifestazione: liberalizzare l’autocoltivazione.

A distanza di 11 anni dall’ultima parata a favore della legalizzazione della marijuana, Torino torna cornice delle istanze di liberalizzazione delle droghe leggere. Numerose le accuse mosse contro le politiche vigenti: tra queste, l’incapacità di realizzare un sensibile abbassamento della domanda offerta, alimentando il gioco del narcotraffico.

“L’uso di sostanze non può essere sanzionato né penalmente né amministrativamente. Non serve riempire carceri di piccoli spacciatori che non incidono minimamente sul mercato nero delle droghe”, recita il comunicato dell’evento.

“Abbiamo lanciato una campagna in autunno, chiamata ‘Quell’erba è anche mia’”, prosegue Frankie: “Puntiamo a riappropriarci della coltivazione di cannabis per un cambiamento significativo che superi l’attuale legge in materia, completamente obsoleta. Rivendichiamo la Carta di Genova”.

La Carta di Genova è un documento sottoscritto nel 2014 dalla Rete Italiana Antiproibizionista, critico verso la guerra alle droghe poiché “si tratta in realtà di una guerra contro le persone che ne fanno uso”, cita il sito ufficiale della Rete. La proposta è che “la società tutta prenda in considerazione ricerche sociali e scientifiche che trattino il fenomeno dell’uso di sostanze in modo diverso da quelle di chiara impronta proibizionista, che ostacolano la convivenza civile, alimentano l’intolleranza per le diversità, le distanze e le disuguaglianze”.

Frankie, al Gabrio come avete interpretato il gesto di Maura Paoli, consigliera comunale 5 stelle, che ha supportato il tema mettendo a dimora una piantina di marijuana nel Valentino?

Apprezziamo la solidarietà, ma rispetto la linea politica scelta dal cosiddetto ‘intergruppo parlamentare’ sulla legalizzazione, avanziamo delle critiche. Hanno una logica monopolistica da cui noi ci allontaniamo. Scendiamo in strada per il diritto alla coltivazione delle piante psicotrope e dei saperi ad esse legate. Solo queste pratiche possono rovinare gli sporchi affari delle narcomafie che prosperano grazie al regime proibizionista.

Federica Cucci

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