Nel 2017 si celebrano i sessant’anni di vita dell’AIDIA - Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti nata a Torino dall’impulso di un gruppo di donne laureate in Ingegneria ed Architettura che nel 1957 decide di dar vita a una organizzazione femminile con l’obiettivo di valorizzare il lavoro della donna nel campo della professione e della tecnica. La creazione di un simile sodalizio è pionieristica perché contraddice la visione stereotipata di quel periodo, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in cui la società di massa, in pieno boom economico, relega la donna al tradizionale focolare domestico-familiare. In quel frangente la difficoltà di imporsi nel mondo del lavoro spinge alla necessità di condividere esperienze professionali e culturali tra colleghe, compagne universitarie e amiche. Questa condivisione di valori e di aspirazioni è il filo rosso che ha unito le socie dell’AIDIA per sessant’anni e ancora oggi è il fulcro della sua esistenza.
Il 19 maggio 2017, nel Salone d’Onore del Castello del Valentino, al Politecnico di Torino, celebreremo questo importante anniversario, facendo il punto, con altre colleghe ed altre associazioni straniere, su alcuni temi a noi cari legati alla professione della donna Ingegnere e Architetto.
L’obiettivo della giornata non è solo quello di celebrare la storia, ma di creare un dibattito al quale parteciperanno esponenti della professione, della ricerca, dell’industria, nel quale verranno esaminati i temi legati alla condizione femminile nel settore tecnico. La giornata sarà un appuntamento importante per fare il punto rispetto all’evoluzione professionale, sociale e culturale della nostra Nazione.
Il Convegno si focalizzerà sul tema “Donne che costruiscono”: siamo convinte che la realizzazione delle donne come professioniste consenta loro di avere un impatto reale sul progresso e, di conseguenza, possa implicare un miglioramento socio-professionale a tutto tondo.
La giornata sarà anche occasione per presentare il volume “AIDIA 60 - I primi 60 anni di qualità al femminile” per preservare la memoria di quanto è stato fatto, ricordando che ieri e l’altro ieri era tutto più difficile e faticoso, senza i mezzi, ma soprattutto senza la libertà culturale e di azione di oggi.