Una persona che aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia, alla disabilità cronica o nei momenti di stress. Da ieri, lunedì 29 maggio, è ufficialmente operativo, presso l’Asl To4, l’Infermiere di Comunità dell’area Locana, Noasca e Ceresole Reale.
“Stiamo lavorando”, ha commentato il Direttore Generale dell’azienda Lorenzo Ardissone, “per realizzare il progetto regionale delle Case della Salute strutturali e contemporaneamente stiamo attivando strutture diffuse sul territorio, perché è questo l’Infermiere di Comunità, per prestare servizi di base vicini ai luoghi di vita dei nostri cittadini”.
Il progetto di Infermiere di Comunità dell’area Locana-Noasca-Ceresole Reale è gestito dall’ASL TO4 in modo strutturale, con proprio personale infermieristico, senza finanziamenti specifici, ma attingendo al bilancio dell’Azienda. Un altro progetto sperimentale di Infermiere di Comunità, organizzato dall’ASL TO4 e gestito con la collaborazione del Corso di Laurea in Infermieristica di Ivrea, è già operativo dall’inizio dell’anno nell’area Torrazza-Verolengo- Rondissone. Altri progetti saranno concretizzati in autunno, uno a Ivrea e uno a Settimo Torinese.
Il “nuovo” Infermiere è colui che aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, operando in ambulatori infermieristici (nel progetto in questione due sono già stati individuati, uno presso l’ex Ospedale Vernetti di Locana e uno all’interno della struttura del Municipio di Ceresole Reale, coincidente con lo studio dei medici di famiglia; un terzo si sta valutando a Noasca), ma trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare al domicilio delle persone assistite.
Non si sovrappone né si sostituisce, ma si integra con i professionisti che già rivestono importanti funzioni territoriali quali i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e gli operatori delle cure domiciliari dei distretti. Si tratta di una figura agisce sostanzialmente nelle seguenti aree: prevenzione primaria, cioè riduzione dei fattori di rischio di malattia attraverso l’educazione sanitaria, per esempio, su dieta, uso di alcol e tabacco, attività fisica, riduzione dei fattori di rischio per incidenti domestici; prevenzione secondaria, attraverso la promozione di test ed esami mirati a diagnosticare precocemente le malattie; prevenzione terziaria, concetto che racchiude tutti gli interventi utili a evitare le riacutizzazioni di malattie croniche; interventi di assistenza infermieristica diretta in caso di necessità, per esempio contestuali alla visita programmata in accordo con i medici di famiglia e con gli operatori dei servizi di cure domiciliari dei distretti.
“L’Infermiere di Comunità”, ha sottolineato il dottor Ardissone “è il «viso» dell’ASL sul territorio. E’ un professionista con competenze specifiche che deve saper creare una rete sul territorio al servizio della comunità, ma deve anche avere la capacità di sorridere e deve amare le relazioni interpersonali”. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco infermieri Nursind:”Speriamo che questo progetto possa diffondersi sull’intero territorio aziendale”.













