Torino non stupisce su questo lato, da decenni è la regina incontrastata del mondo digitale grazie ad una storia fatta di eccellenze e grandi imprenditori. A partire dalla Fiat (oggi FCA), “padrona” indiscussa del mondo industriale e del rinnovamento. Da Mirafiori negli anni si sono sviluppate le migliori tecnologie nel campo dell’auto motive che hanno influenzato non solo l’indotto ma tutto il comparto tecnologico. Da qui nasce il grande polo della meccanica di precisione, fino all’elettronica di massa. Torino , vede in pochi decenni una crescita culturale ed elettronica senza pari in Italia: nasce così il Politecnico e le sue eccellenze nel campo dell’ingegneria, la Sip (oggi Tim ) sviluppa tutti i processi di comunicazione sfruttando il capoluogo piemontese come laboratorio; addirittura la radio e la televisione prendono corpo in via Verdi (produzione Rai) grazie al “polo” ingegneristico che nel tempo si forma in città.
Anche la grande distribuzione nasce nella città sabauda con i primi grandi store che offrono prodotti di qualità come lavatrici, frigoriferi, televisori. E arrivano ben presto a Torino anche le prime grandi marche con prodotti da tutta Europa, come i rasoi elettrici o le prime lavatrici fino ad arrivare ad oggi con i più ben avanzati Regolabarba Brown, oppure le lavastoviglie dell’Ariston, passando da tanti altri brand che nel tempo faranno la storia del mercato del consumo italiano. Insomma, la città del Piemonte, non molla il colpo, dopo anni di crisi industriale si rinnova puntando alla cultura, di grande supporto è stata l’Olimpiade del 2006 , e sulle start up, grandi incubatori di realtà giovani e dinamiche. Molte di queste, create da giovani imprenditori, riescono a lanciare prodotti e servizi di grande innovazione, sconfinando sul mercato europeo e americano.
Dalla comunicazione ai trasporti, dal cibo a casa a quello nello spazio, sono tante le start up nate a Torino che portano avanti l'innovazione, non solo tecnologica ma anche di consumo, nei rispettivi settori. Molte ce la fanno, tante altre purtroppo non riescono a trovare finanziamenti congrui al tipo di attività a causa di cavilli burocratici, questioni finanziarie oppure scelte sbagliate. A quel punto, la scelta è quella di proseguire all’estero, magari in Germania o in Inghilterra, paesi meno tecnocratici e più sensibili al tema della digitalizzazione.