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Cultura e spettacoli | 19 luglio 2017, 19:19

Riapre al pubblico la cappella di San Michele

Dopo i recenti restauri all'abbazia di Novalesa

Riapre al pubblico la cappella di San Michele

Sabato 22 luglio all’Abbazia di Novalesa si terrà la cerimonia ufficiale per la riapertura della cappella di San Michele, risalente ai secoli VIII e XIX dopo Cristo ed oggetto di recenti restauri.

La riapertura dell’edifico al pubblico avviene 160 anni dopo l’abbandono e la sconsacrazione a seguito della soppressione di tutti gli ordini monastici nell’allora Regno di Sardegna. La cerimonia ufficiale è in programma alle 15,30 nella sala conferenze dell'Abbazia, alla presenza del Vescovo di Susa monsignor Alfonso Badini Confalonieri, della Soprintendente all’archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino architettoLuisa Papotti, del dirigente della Soprintendenza architetto Gianni Bergadano e dell’archeologa Gisella Cantino Wataghin.

DALL’ABBANDONO AL RECUPERO

La legge di soppressione, promulgata nel 1855, venne attuata a Novalesa la mattina del 25 ottobre 1856. Espulsi i monaci, gli edifici vennero messi all’asta e acquistati da un medico che adibì il complesso novalicense a stabilimento ed albergo per cure idroterapiche. Successivamente l’abbazia diventò residenza estiva del Convitto Nazionale Umberto I di Torino. In quel periodo la cappella di San Michele, conosciuta anche come cappella di San Pietro, venne adibita a stalla e a deposito di attrezzi, naturalmente senza che venissero adottati accorgimenti per conservare le tracce di affreschi medioevali presenti nell’edificio.

La cappella è di origine altomedievale ed è strettamente legata alle vicende plurisecolari della comunità monastica novalicense. Nei secoli successivi all’edificazione venne arricchita da alcune pregevoli opere decorative e sottoposta a lievi interventi di conservazione. La sconsacrazione e l’utilizzo per scopi ben lontani da quelli liturgici hanno contribuito al suo parziale degrado.

A partire dal 2011 l'allora Soprintendenza per i Beni architettonici del Piemontesi è interessata al recupero ed al restauro della cappella, riuscendo adottenere i fondi necessari dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e dalla Fondazione Magnetto, naturalmente con il consenso e la condivisione dell’Ente proprietario del complesso di Novalesa, l’allora Provincia, oggi Città Metropolitana di Torino. I lavori si sono svolti in due riprese, nel 2015 e nel 2016, avvalendosi dell'apporto di ditte specializzate.

Tutti i dettagli e le suggestive immagini del progetto di recupero dell’Abbazia di Novalesa sono reperibili nel portale Internet www.cittametropolitana.torino.it e nel filmato “Novalesa, una storia ritrovata”, realizzato nel 2013 dal Servizio comunicazione e informazione della Provincia di Torino.

c.s.

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