/ Attualità

Attualità | 19 agosto 2017, 12:25

In ricordo di Ugo Flavio Piton

Storico e poeta di fama internazionale, originario della Val Chisone, ci ha lasciato pochi giorni fa

In ricordo di Ugo Flavio Piton

Le nostre montagne hanno detto addio a uno dei loro figli migliori. Per un momento, certamente anche le rocce più ardite si sono commosse e le cascate cristalline hanno mutato in pianto il loro canto, mentre i fiori reclinavano al vento le corolle.

Ugo Flavio Piton, classe 1921, ha lasciato il nostro difficile mondo circondato dall'abnegazione dei suoi familiari, nel piccolo  borgo montano dov'è nato e vissuto, rendendo celebri ben oltre i confini della valle le risorse antiche e nuove della sua terra. Uomo di grande umanità e cultura, ha amato e difeso le sue radici pur proiettandosi nel presente e nel futuro con squisita sensibilità.

Ugo Flavio Piton, scrittore, storico e poeta di fama internazionale, era nato a Roure (Val Chisone) il 30 marzo 1921. Ha partecipato alla seconda guerra mondiale come marinaio. Venne fatto prigioniero e per ben due volte trascorse momenti difficilissimi nel campo di sterminio di Maydaneck (Lublin). Liberato dalle truppe inglesi, tornò in patria nell'agosto 1945 e riprese a lavorare alla Riv di Villar Perosa come operaio.

Autodidatta di solida istruzione, innamorato delle vallate alpine, ha dedicato un'intera esistenza allo studio e alla valorizzazione del patrimonio linguistico, culturale, religioso, folkloristico delle valli Chisone e Germanasca. Lo ha fatto con zampillante entusiasmo, coinvolgendo la moglie Prosperina, la figlia e tantissimi amici. I suoi libri, fitti di interviste, poesie, testimonianze, ricette, aneddoti sono scritti generalmente in patois, con a fianco il testo italiano. Ogni volume è arricchito da belle illustrazioni e stampato dalle tipografie del posto.

Ugo Flavio Piton, intelligente, ingegnoso e meticoloso, è stato segretario di redazione, nonché pilastro portante, del periodico "La Valaddo" e ha fondato, insieme ad altre persone convinte, l'omonima associazione. Nel 1982, eccolo promuovere "La Tèto aut", un gruppo che tramanda le tradizioni popolari montanare, facendole amare anche all'estero. 

Ci ha parlato di danze locali, come la courento. Di cibi squisiti come i gofri e le calhiettes; di agricoltura e apicoltura, di personaggi tipici. Ma soprattutto di spiritualità, narrando le vicende delle parrocchie cattoliche della zona in maniera circostanziata e precisa. Ha insegnato il patois nelle scuole di Roure. Era sempre pronto a condividere le sue esperienze, a confrontarsi con chi voleva saperne di più su quel mondo minuscolo ma immenso, fatto di tradizioni e valori antichissimi, che custodiva nel cuore.

Arrivederci, indomita, preziosissima sentinella della memoria.

r.g.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium