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Attualità | 20 giugno 2025, 07:38

È il ristorante Maido di Lima a conquistarsi il primo posto nell’edizione 2025 di The World’s 50 Best Restaurants

L’Italia dell’alta ristorazione torna a brillare nella prestigiosa classifica internazionale proclamata a Torino negli spazi dell’Auditorium del Lingotto con un parterre d’eccezione e un appassionato pubblico di addetti ai lavor

È il ristorante Maido di Lima a conquistarsi il primo posto nell’edizione 2025 di The World’s 50 Best Restaurants

È Maido ad essersi aggiudicato il primo posto dei The World’s 50 Best Restaurants 2025, nel corso della cerimonia tenutasi al Lingotto di Torino, portando Lima sul tetto della gastronomia mondiale. Lo chef Mitsuharu “Micha” Tsumura celebra l’incontro tra Giappone e Perù con una cucina nikkei raffinata, che fonde tecniche giapponesi e ingredienti locali. Aperto nel 2009, Maido propone un menu degustazione che sorprende per equilibrio e creatività, rinnovato ad ogni stagione. Il ristorante ha superato giganti come Asador Etxebarri e Quintonil, confermando il Perù come centro culinario d’eccellenza. Le radici nippo-peruviane dello chef risuonano in ogni piatto, in un viaggio sensoriale curato anche dalla sommelier Florencia Rey. Maido oggi è molto più di un ristorante: è un ponte tra culture e sapori che continua a evolversi con eleganza e passione.

 

L’Italia della ristorazione torna a brillare. 

A giochi fatti non si può certo dire che, in questa edizione del The World’s 50 Best Restaurants, l’Italia non abbia saputo dimostrare che la sua cucina resti tra le migliori al mondo. Contrariamente a qualche passata edizione, nei primi 50 Ristoranti della classifica mondiale i posti occupati dagli italiani non solo sono sensibilmente cresciuti, ma anche hanno raggiunto posizioni di primissimo piano: si attesta in fatti al 16° posto il Lido 84 di Gardone Riviera (Riccardo Camanini), al 18° il Reale di Castel di Sangro (Niko Romito), al 20° l’Atelier Moesmerr di Brunico (Norbert Niederkofler); al 31° Le Calandre di Sarmeola di Rubano (Massimiliano Alaimo), al 32° Piazza Duomo di Alba (Enrico Crippa), al 43° infine Uliassi di Senigallia (Mauro Uliassi). La riprova che l’alta cucina italiana è ancora vitale e animata da una vivacità destinata a farsi sentire e a venire apprezzata anche a livello internazionale.  

 

Un pubblico competente e scatenato

È stato però quando la presentatrice dell’evento ha cominciato a rendere nota la classifica del The World’s 50 Best Restaurants che il pubblico ha cominciato a farsi sentire. Ad ogni ristorante che veniva proclamato scattavano applausi calorosi, sebbene in qualche caso non siano mancati fischi il cui significato appariva chiarissimo. Ad affiorare è dunque stato, sia pure soltanto in alcuni casi, un non completo allineamento del pubblico, certamente per larga parte competente e costituito da addetti ai lavori, alle decisioni della giuria del prestigioso premio internazionale. E la passione del pubblico, facendo registrare un’attesa sempre più palpabile di conoscere quali ristoranti ci fossero nelle primissime posizioni, è venuta via via riscaldandosi, rasentando in certi momenti il tifo vero e proprio, man mano che la classifica si andava avvicinando ai primi posti della stessa. 

 

Un parterre d’eccezione per un evento di livello internazionale.

Il parterre era quello delle grandi occasioni, A salire sul palco di un Auditorium del Lingotto pieno all’inverosimile è stato per primo il presidente di Stellantis John Elkann che ha aperto l’evento dichiarandosi entusiasta del fatto che una competizione come The World’s 50 Best Restaurants fosse approdata a Torino. A seguirlo sono stati poi il Presidente del Piemonte Alberto Cirio e il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: il primo con un’appassionata presentazione del Piemonte come terra del Tartufo, del Barolo e della Nutella, il secondo con un breve intervento sul ruolo decisivo che gioca il Made in Italy nel mondo, attestando così la qualità e la creatività di cui il nostro Paese è capace.

Piergiuseppe Bernardi

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