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Politica | 13 settembre 2017, 20:24

Alla Festa dell’Unità di Torino si è affrontato il tema della casa

Intervenuto anche l’assessore regionale Ferrari, che ha sottolineato l’importanza di avere una rete di servizi. Mazzù (Atc): “Serve un confronto più ampio e articolato sulla questione”

Alla Festa dell’Unità di Torino si è affrontato il tema della casa

Il tema della casa è un argomento molto discusso e sentito particolarmente a Torino. Le domande per le case popolari (circa diecimila al momento) sono nettamente superiori alle case disponibili. L’Atc, poi, a breve dovrebbe mettere a disposizione altri 400 appartamenti, che in questo momento stanno subendo dei lavori di ristrutturazione. Ma, chiaramente, ancora non basta.

La questione è stata affrontata durante un incontro in programma alla Festa dell’Unità, moderato da Elide Tisi, ex assessora alle politiche sociali del Comune di Torino e ora vice presidente dell’Anci Piemonte.

Al dibattito è intervenuto l’assessore regionale alle politiche sociali, Augusto Ferrari, che ha sottolineato l’importanza di mettere il diritto alla casa al centro di un sistema di welfare. Significa che oltre alla casa, i cittadini devono poter contare su una serie di servizi che li mettano nelle condizioni di poterla mantenere. “Bisogna articolare – ha spiegato Ferrari – dei poli unici di accesso ai servizi, che siano dei veri punti di riferimento per l’inclusione sociale”.

“Per adottare queste misure – ha commentato Elide Tisi – è necessaria una collaborazione anche da parte dei proprietari. L’edilizia popolare pubblica, comunque, è una risposta ai problemi abitativi”.

Sulla questione, poi, è intervenuto Marcello Mazzù, presidente di Atc, che ha chiesto di organizzare, in tempi piuttosto brevi, un altro incontro, molto più lungo e articolato, per affrontare il problema dell’emergenza abitativa in maniera più approfondita. “Il tema della casa – ha ribadito – qualifica un partito di sinistra. In questo momento non c’è un’offerta pubblica che possa soddisfare l’attuale domanda, né possiamo costruire nuovi quartieri perché non possiamo consumare suolo. Ci sono, però, molte aree dismesse. Ma dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di poter mantenere una casa”.

D’accordo anche Pasquale Cifani, presidente della Legacoop Abitanti Piemonte. “Non si può dividere il tema della casa – ha sottolineato – dal tema dell’abitare. E la questione dev’essere rimessa anche al centro dell’agenda nazionale, perché lo Stato non dà più risorse. Possiamo censire le domande di alloggio, ma servono politiche per intercettare le persone che hanno perso potere d’acquisto”.

La questione è di respiro nazionale, ma esistono tante piccole difficoltà dislocate sul territorio torinese che, messe insieme, compongono una realtà dagli aspetti preoccupanti. L’aumento delle occupazioni abusive, poi, è un indice di un bisogno. “La nostra Circoscrizione – ha commentato Ernesto Ausilio, vice presidente della 7 – ha migliorato le proprie politiche. Ci sono esempi positivi come l’area Nebiolo, grazie anche alla mediazione di alcune associazioni, e del portierato sociale in corso Farini. Queste politiche, però, vanno inserite nel bilancio del welfare”.

“Condividiamo l’idea di aumentare le case a disposizione – ha aggiunto Tony Ledda, coordinatore al bilancio della 6 – ma dobbiamo anche organizzare meglio le persone che ci abitano già. Puntiamo anche sull’autorecupero, dobbiamo cambiare la percezione che si ha delle case popolari”. Noemi Petracin, consigliera alla 8, ha fatto alcuni esempi: “Nonostante il taglio di 20.000 euro per le politiche sociali – ha spiegato – abbiamo recuperato alcuni progetti. In via Pio VII sono stati creati dei momenti per il doposcuola delle famiglie, mentre abbiamo messo in piedi un progetto con Eataly per la cura degli orti, e proprio nella giornata di oggi un vigneto. L’obiettivo è quello di creare un tessuto sociale che coinvolga tutti i cittadini”.

Paolo Morelli

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