/ Eventi

Eventi | 16 settembre 2017, 12:32

Enea, Etruschi e Savoia tra profumi e leggenda: l'eroismo sensoriale in mostra (VIDEO)

Presentato nella Sala degli Specchi della prefettura di Torino il catalogo della mostra “Enea e gli Etruschi” allestita a Savigliano. Un progetto dell'associazione Le Terre dei Savoia

Enea, Etruschi e Savoia tra profumi e leggenda: l'eroismo sensoriale in mostra (VIDEO)

Un percorso artistico che coniuga storia e mitologia, racchiudendo nella figura virgiliana del pius Enea la celebrazione eroica di imprese e stirpi illustri. Una mostra-cammeo che intreccia il racconto epico con l'eco delle cronache etrusche nelle vicende sabaude, per restituire al visitatore il fascino dell'antico in una cornice fastosa e lussureggiante.

Nella Sala degli Specchi della prefettura di Torino è stato presentato il catalogo della mostra “Enea e gli Etruschi a Palazzo Taffini”, a cura di Gabriella Pantò e Simona Rafanelli, allestita nello splendido edificio secentesco di Savigliano fino al 7 gennaio 2018. Un progetto di Umberto Pecchini, nato dalla collaborazione tra l'associazione Le Terre dei Savoia e i Musei Reali di Torino.

Il catalogo, esposto per l'ccasione da Giulio Paolucci, direttore del Museo Civico Archeologico di Chianciano, ripercorre le tappe fondamentali della vita di Palazzo Taffini e di chi vi ha abitato. A cominciare dagli affreschi secenteschi, poi coperti dalle volte realizzate nel secolo successivo.

Acquistato agli inizi del Seicento dalla famiglia torinese Taffini, l'edificio ebbe un ruolo chiave per la città, divenendo sede di rappresentanza dei duchi sabaudi Carlo Emanuele I, Vittorio Amedeo I e Carlo Emanuele II. Ma furono soprattutto le donne a lasciare un segno indelebile in questo luogo: Maria Cristina di Borbone e Maria Giovanna Battista di Nemours sono ancora adesso ricordate per la grande vivacità che diedero alla vita di corte. I Taffini, in questo contesto, rappresentarono la vera e propria congiunzione tra il potere centrale e quello locale, ricevendo incarichi prestigiosi di carattere amministrativo e militare, in cambio di feudi e titoli nobiliari.

Gli affreschi, realizzati tra il 1637 e il 1645 da Jean Claret e Giovanni Boetto, dovevano essere di grande impatto visivo, per trasmettere immediatamente il prestigio della famiglia. L'obiettivo era di fondere armoniosamente l'impianto storiografico e mitologico con i contemporanei eventi politici sabaudi, tra battaglie ed eroismo. Ma, nella prima metà del Settecento, la cosiddetta Madamigella di Savigliano volle trasformare le due grandi sale affrescate attigue al Salone d'Onore in un ambiente rococò. E le volte che furono aggiunte coprirono per sempre gli affreschi sottostanti. “La mostra realizzata nella Sala degli Dei”, ha spiegato la curatrice storica Loredana De Robertis, “ha permesso di riportare alla luce parte degli affreschi del ciclo di Enea e della storia di Roma, grazie a fotografie e proiezioni. In questo modo è diventato fruibile dal pubblico un inestimabile patrimonio artistico del nostro territorio”.

Gli otto affreschi svelati al visitatore rievocano alcuni tra i più famosi episodi narrati dall'Eneide di Virgilio e dalle Historiae di Tito Livio: le armi di Ettore, l'amore tra Enea e Didone, la discesa di Enea agli Inferi e l'incontro con il padre Anchise, la consegna delle armi per mano di sua madre Venere, le decorazioni dello scudo, l'assedio dei troiani, il concilio degli dei e il combattimento finale tra Enea e Turno. “Quella di Enea e dei suoi alleati etruschi”, commenta la De Robertis, “è la lotta della civiltà contro la barbarie, la stessa prefigurata nella missione civilizzatrice di Roma e Augusto, e simbolo della più moderna missione di giustizia portata avanti dai Savoia”.

La perla dell'intero impianto espositivo, però, resta invisibile agli occhi. Nella Sala degli Dei – che ospita reperti archeologici prelevati da musei etruschi di Toscana e Lazio, e dal Museo di Antichità di Torino – è presente un olfattario, con ben 24 vasi di vetro di Murano che custodiscono le famiglie olfattive dei principali profumi. Per una stimolazione totale dei cinque sensi, coerente con la proposta culturale del Múses, polo museale tecno-sensoriale all'interno di Palazzo Taffini, che parte dalla tradizione delle erbe aromatiche piemontesi per offrire un viaggio attraverso i saperi dell’arte profumiera, le essenze e i sapori territoriali.

Umberto Pecchini ha così spiegato l'intento del grandioso progetto, uno dei tanti portati avanti da Le Terre dei Savoia: “Abbiamo voluto rappresentare alcuni momenti del percorso museale attraverso l'esibizione di opere di alto livello qualitativo, dal forte valore simbolico. La scelta culturale che caratterizza il progetto è data dall'ibridazione tra discipline e saperi, generalmente agli antipodi, questa volta interconnessi per accompagnare le molteplici memorie percettive dei visitatori. La natura di un territorio, con i suoi sapori e i suoi profumi, interagisce sempre con la storia, l'arte e la tecnologia".

"Una suite che pone pubblico e nuovi potenziali fruitori al centro dell'esperienza - ha concluso Pecchini - di cui il cammeo espositivo con preziosi reperti etruschi e romani rappresenta simbolicamente il preludio”.

Manuela Marascio

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium