Tre antagonisti sono stati condannati dal tribunale di Torino a un anno di reclusione per aver accerchiato e seguito, in un "pesantissimo clima di intimidazione" (così scriveva il gip Eleonora Pappalettere convalidando gli arresti), una giornalista di Repubblica, Erica Di Blasi, durante una manifestazione No Tav nei boschi di Giaglione e Chiomonte.
Il fatto avvenne il 10 agosto 2013. La cronista venne accusata da alcuni antagonisti di essere un membro della Digos. Venne seguita durante il corteo, accerchiata e costretta a mostrare i documenti prima di essere accompagnata alla sua auto, della quale venne fotografata la targa. Il tutto accadde lungo il sentiero che da Giaglione porta ala cantiere della Tav, teatro di numerose manifestazioni (dal 2011 ad oggi) contro l'alta velocità.
Tra il 2011 e il 2013 si verificarono in valle vari casi di giornalisti e operatori aggrediti, in particolar modo cameramen (ad alcuni venne spaccata la telecamera). Il giudice oggi ha stabilito che per i fatti del 10 agosto, oltre alla condanna a 12 mesi, i tre condannati debbano pagare duemila euro alla parte civile, che destinerà il denaro all'Ugi, l'Unione genitori italiani, associazione che si occupa di aiutare i bambini colpiti da tumore.