Beppe Gandolfo, 58enne giornalista e noto volto di Mediaset, per cui è da anni corrispondente dal Piemonte e dalla Val d'Aosta, ha presentato la sedicesima e sempre attesa edizione di "Un anno in Piemonte". Pubblicazione ma anche blog, attraverso il quale il giornalista racconta gli episodi più significativi dell'anno, i principali fatti di cronaca ma anche gli eventi e le curiosità, i personaggi e lo sport.
In questa edizione, dedicata al 2017, la prefazione parla di "un anno caldo, in tutti i sensi". A partire dal clima, che ha segnato per il Piemonte l'anno più caldo e siccitoso degli ultimi secoli, l'inquinamento da "mal d'aria", che miete vittime in modo silenzioso. E poi la notte calda e tragica di piazza San Carlo, lo scorso 3 giugno, l'anno caldo, tra luci e ombre, della sindaca Chiara Appendino; il calore con cui sono stati accolti eventi e manifestazioni in tutta la regione, da Cheese a Bra al Salone del Libro di Torino.
Un libro per ricordare i principali fatti del 2017, un migliaio di notizie e approfondimenti, per orientarci fra il passato, il presente e il futuro di questo Piemonte, che sempre più anticipa e rivela quel che accade nel resto d'Italia. A cominciare dal clima.
Beppe Gandolfo spiega il senso di questa pubblicazione: "Quando ho iniziato, nel 2002, alla Fiat Mirafiori lavoravano 45mila persone. Oggi ne lavorano meno di 5000. E' scomparsa una città di 40mila persone, nel silenzio, senza che nessuno se ne accorgesse. Scrivo questo libro raccogliendo notizie, un migliaio circa, perché abbiamo la memoria corta, dimentichiamo in fretta, in parte per la vita che facciamo e in parte per questa informazione urlata che rimuoviamo per difenderci. Ma se non conosciamo il passato recente del nostro territorio non abbiamo nemmeno gli strumenti per capire che cosa sta succedendo o succederà. E, soprattutto, rischiamo di diventare vittime di qualunque pifferaio magico, che fa le stesse promesse dell'anno prima, ma noi non ce lo ricordiamo e magari finiamo per credergli. Ricordare è fondamentale".