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Eventi | 25 gennaio 2018, 19:39

Al Teatro Astra appuntamento con "I promessi sposi"

Dall'1 al 4 febbraio appuntamento con un pilastro della letteratura riscoperto e attualizzato da Michele Sinisi

Al Teatro Astra appuntamento con "I promessi sposi"

Da giovedì 1 a domenica 4 febbraio andrà in scena al Teatro Astra I PROMESSI SPOSI di Alessandro Manzoni con l’adattamento e la regia di Michele Sinisi.

In scena, oltre al regista stesso, Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D'addario, Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci e Donato Paternoster. Lo spettacolo è prodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale.

Quello compiuto da Sinisi non è semplicemente un lavoro sui classici ma anche e, soprattutto, uno studio sul mito, sull’archetipo, su ciò che ormai è diventato patrimonio dell’immaginario comune. Dopo Miseria&Nobiltà, infatti, Sinisi affronta un altro grande testo: I promessi sposi. Mettere in scena uno dei pilastri della nostra cultura, significa assumersi la responsabilità di lavorare su materiale conosciutissimo, di fare i conti con i grandi maestri del passato, ma anche, e soprattutto, di condividere con il pubblico un immaginario comune, ricreando quasi un rito collettivo dove torna la memoria degli anni di scuola, in cui il suono della campanella scandiva il tempo delle lezioni.

Diventato ormai un’icona, questo testo rivela ancora la sua straordinaria eccentricità, svelando un contenuto vivo, coinvolgente, ironico, a volte spietato. Conosciuto a scuola e assimilato in una dinamica pedagogica di scambio con l’insegnante, I promessi sposi oggi è oggetto di studio, di analisi e in rete è ormai possibile trovare qualsiasi scheda riassuntiva, pensiero e opinione su ogni singolo passaggio del testo.

La possibilità offerta dal teatro di dare forma corporea ad un contenuto può riconnetterci con l’indagine manzoniana sulle costanti umane, sul senso della Storia e sul rapporto del singolo con gli eventi che lo travalicano, consentendoci di riappropriarci della sua forza narrativa complessa e moderna, capace di rispecchiare un’umanità talmente pregnante di vita da generare estreme semplificazioni o stereotipi (Don Abbondio, Perpetua, Azzeccagarbugli sono entrati nel linguaggio comune), grazie anche ad una indagine psicologica così accurata da bypassare la nozione di personaggio positivo e negativo.

Per Michele Sinisi l’opera manzoniana è occasione per rintracciare le costanti di una Storia che è relazione tra umani, aggiungendo alla visione che Manzoni aveva del proprio tempo la consapevolezza di noi contemporanei, raggiunta attraverso il tempo. Sarà un affresco realizzato con una nuova prospettiva, a dimostrazione che è classico ciò che è inesauribile, non cristallizzabile, mai completamente rischiarabile.

c.s.

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