Colori vivaci, che portano e chiamano luce, insieme alle foto di chi tutti i giorni si impegna per la salute altrui. Ecco come appaiono, da oggi, i metri di corridoio che portano alle sale operatorie dell'ospedale Mauriziano di Torino.
Ideatore e referente del progetto di umanizzazione è il dottor Giuseppe Fiumanò, professionista sanitario dell'azienda, ma anche operatore del teatro Sociale. L'obiettivo, ovviamente, è quello di abbinare alla cura medica anche quello di rendere più piacevole una zona purtroppo legata per sua natura a momenti di difficoltà o di malattia.
"L'idea di lavorare sulle sale operatorie nasce due o tre anni fa - spiega il direttore generale del Mauriziano, Silvio Falco ,- puntando a umanizzare ambienti in cui noi viviamo quotidianamente, ma anche per il paziente che ha bisogno di cure efficaci".
Le fotografie appese ai muri non sono scelte a caso: sono visi, mani e azioni di chi quotidianamente lavora e opera in quelle sale. Un modo anche per "fare squadra" tra medici, oss e infermieri. "Ci prendiamo cura di noi prendendoci cura del paziente - sottolinea Fiumanò -, un interruttore che è scattato visto che, alla base di questa iniziativa, c'è stato il lutto di Anna, una persona cara a tutti. E che ci ha posto degli interrogativi". "Abbiamo scelto il corridoio - prosegue - perché è il biglietto da visita di chi entra in quella zona. E con l'ingresso ci presentiamo, con foto e colori, pure con le impronte delle mani".
In tutto le foto sono 12, votate dagli 85 componenti del gruppo che lavora in quella zona. E il tocco finale è stato uno striscione che, agganciato a un pallone, ha portato in cielo uno striscione con firme e pensieri di tutti coloro che hanno dato un contributo a questo progetto.
"In tanti anni di impegno nella Sanità in Piemonte è la prima volta, tra le tante cerimonie, che partecipo a un momento di comunità - conclude Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, visibilmente commosso - So che il senso di comunità nasce nelle difficoltà ed è un sentimento che si sente, in questo ospedale. Si percepisce. Ed è bello che vengano citati nomi, cognomi e volti di tutte queste persone: mettere in evidenza chi lavora dentro le strutture sanitarie è importante, perché è un lavoro che quotidianamente è a contatto con le sofferenze, il dolore e addirittura la morte".
"In una società che invece sembra voler pensare di essere a un passo dall'immortalità".