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S. Rita / Mirafiori | 02 luglio 2025, 07:22

L'ex scuola abbandonata da oltre 15 anni: "Lavori mai partiti, noi volevamo un giardino"

Comitati contrari a un nuovo progetto edilizio: "Però la parrocchia ha bisogno di spazi..."

Dove un tempo c’erano una scuola e servizi socio-assistenziali, oggi restano silenzio, rovi e degrado. L’ex struttura comunale di via Baltimora 91, quartiere Santa Rita, è abbandonata da così tanto tempo che si è persa traccia. C'è chi dice 15 anni, chi addirittura trent’anni. Di certo è diventata il simbolo della lotta dei residenti contro la cementificazione selvaggia in una zona che - denunciano - meriterebbe ben altra attenzione.

Messo all'asta

L’immobile, ceduto ai privati nei primi anni 2000, fu messo all’asta durante l’amministrazione Fassino e poi acquisito dalla Baltimora Srl di Asti, con l’obiettivo - fin da subito contestato dai residenti - di costruire un nuovo palazzo in mezzo a una vasta area verde. Un progetto che, a oggi, non è mai partito: i cancelli sono chiusi con i lucchetti, l’immobile è inaccessibile ma il degrado resta tutto visibile.

Timore amianto

Prima ancora che cementificare, bonificate! Qui c’è l’amianto!” è l’appello lanciato più volte dal comitato “Via Baltimora 91”, che ha chiesto all’Asl un intervento urgente di smaltimento e bonifica ambientale, rimasto finora lettera morta.

Il comitato, in passato, ha anche organizzato manifestazioni simboliche, esponendo lenzuola bianche per chiedere che l’area venga trasformata in uno spazio pubblico, magari a servizio della comunità e della parrocchia di zona. “Vorremmo un giardino, un centro per le famiglie, qualcosa che restituisca valore al quartiere”, raccontano.

Cercasi alternativa

Ma il progetto edilizio è ancora lì, sospeso tra contenziosi mai chiariti e voci di cause tra Comune e privati. Intanto, negli anni, persone senza fissa dimora hanno trovato rifugio nello stabile abbandonato. “Siamo stati costretti a chiamare la polizia. Oggi ci sono i lucchetti, ma a noi cittadini nessuno risponde”, denunciano.

Il Comune ha ceduto l’area per 1,5 milioni di euro, ma i residenti propongono da tempo un’alternativa: cedere un lotto differente alla società acquirente e salvare il verde esistente, evitando un’ulteriore colata di cemento in un quartiere già sotto pressione. “Chiediamo solo pulizia, bonifica e dialogo. Non possiamo vivere circondati da amianto, incuria e promesse disattese”, dice Gino Napoli, portavoce del comitato, che conclude con un appello diretto al sindaco: “Ascoltateci. Non chiediamo privilegi, ma dignità”.

Philippe Versienti

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