La polemica politica infiamma il dibattito elettorale, a poco più di due settimane dal voto. Domani sera, al Polo Lombroso 16, è in programma un dibattito "Votati alla cultura", che però sta facendo segnalare defezioni importanti. Questo a causa della presenza di esponenti di casaPound, situazione che ha convinto Liberi e Uguali e il Pd a disertare la serata.
Questo, al riguardo, il commento di Andrea Giorgis, candidato alla camera per il Partito Democratico: "Avevo subito accettato l’invito, sia per l’argomento trattato, sia per stima nei confronti degli organizzatori. Leggo però che tra i relatori potrebbe esserci anche un esponente di CasaPound. Come ho anticipato agli organizzatori, credo che un confronto proficuo e sereno si possa svolgere solo tra persone e forze politiche che si riconoscono nei principi dell’antifascismo, dai quali è nata e sui quali si fonda la nostra democrazia costituzionale".
"Non si tratta di rifiuto del confronto, ma di necessità che il confronto, pur tra diversi, muova da alcune fondamentalissime e comuni premesse che, purtroppo, CasaPound non condivide", ha concluso Giorgis.
Ancora più duro il commento di Marco Grimaldi di Liberi e Uguali: "Sarebbe mia intenzione confermare la partecipazione, ma nel momento in cui leggo che fra i relatori dovrebbe essere presente il Sig. Depetris, esponente di Casa Pound, ribadisco che noi non siamo disposti a confrontarci con forze che non si riconoscono nella nostra Costituzione antifascista. E non è certo paura del confronto: il dialogo e la dialettica sono il sale della democrazia, ma l'apologia di fascismo rimane un reato".
Max Ponte, ideatore dell’incontro al Polo Culturale Lombroso, esprime il suo rammarico: “Abbiamo comunque intenzione di farlo, perché organizzarlo è stato faticoso per tutti e ci crediamo molto. Non posso nascondere il grande dispiacere al pensiero che Pd e Liberi e Uguali non vogliano partecipare, ma sappiamo bene che in campagna elettorale possono facilmente nascere delle tensioni”.
E aggiunge: “Il dibattito tra forze politiche avverse non è di certo una novità, ma qui sarebbe stato diverso: ogni esponente politico avrebbe potuto esporre il proprio programma sulla cultura. Poteva essere interessante come cartina tornasole della politica locale, anche perché i confronti costruttivi si basano per lo più sulle differenze. Abbiamo appositamente preparato delle domande da rivolgere a ciascuno, per mettere le loro parole direttamente al servizio dei cittadini che interverranno”.
“La cultura”, conclude, “dovrebbe essere un terreno di pace e serenità, dove l’astio politico non si manifesta”.