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Centro | 16 febbraio 2018, 07:00

La mia Curva è una bandiera

Uno Stadio senza Curve, è come un Mondo senza Sogni.

La mia Curva è una bandiera

Osservatela.
Dal campo, dagli spalti, in tv, da dove volete, ma guardatela bene quella Curva, con estrema attenzione.
Non limitatevi a vedere quello che molti sociologi, giornalisti, analisti vorrebbero che vedeste anteponendo i loro giudizi alla realtà (ossimoro di verità).
Cercate per un attimo di capire cosa prova una moltitudine di persone che, liberatasi per qualche ora dell’appartenenza sociale, politica, territoriale, religiosa diventa ‘popolo’.
Accomunata da un’identica Fede, da rituali definiti ‘tribali’ da chi, estraneo, osserva l’avanguardia organizzata di questo popolo, gli Ultras. La Curva è il Cuore dell’intero stadio.
Un Cuore che batte di Passione, che urla il proprio Amore con canti e cori che, come detto dal sociologo Alessandro Dal Lago, ‘hanno un valore e una funzione analoghi a quelli dei soldati in marcia’.  
Un ‘esercito del tifo’ che si raduna dando simbolicamente il via alla kermesse, con l’ostentazione della coreografia issata, al pari della bandiera cara alla Patria, sul pennone.
Come in ogni battaglia degna di rispetto, vengono issate le insegne di guerra che, come emblemi araldici, sono raffigurate sugli striscioni, al centro dei bandieroni, sulle sciarpe.  
Da quella folla concitata, che in preda a raptus di entusiasmo e caloroso sostegno si dileggia ‘a far tifo’, emerge tutta la metafora del Calcio.
Uno sport in cui il poeta Fernando Acitelli, nel suo ‘La solitudine dell’ala destra’, intravede i giocatori come degli ‘eroi moderni, combattenti in lotta per un risultato’.
La disputa sul prato verde, sostenuta dal rituale del tifo, assume così tutta la sua valenza di ‘cerimonia’ per eccellenza.
‘Festa laica’, la definì Daniele Segre a commento del suo lavoro ‘Il potere deve essere bianconero’, dove si evidenziano i tre momenti basici del tifo-rituale: la costruzione (la preparazione degli striscioni e dell’allora materiale coreografico), la processione (il corteo Ultras ) e il santuario (identificato nello Stadio).
Modus vivendi cambiati nelle forme ma resi immutati nella sostanza.
Nonostante gli stili di vita, il folklore, le mode si trasformino e nonostante l’avvento delle pay - tv, delle tessere identificative, dei provvedimenti restrittivi e dei prezzi dei biglietti sempre più gravosi, ‘il Cuore’, indomito e irascibile, continua a pulsare.

Uno Stadio senza Curve, è come un Mondo senza Sogni.

Beppe Franzo

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