Dalle sanzioni a oggi, è cambiato (e di parecchio) il mondo del commercio con la Russia. Sanzioni, dazi e reazioni assortite hanno infatti reso complicato -anche per Torino e il Piemonte - effettuare scambi con la ex terra sovietica, soprattutto dal 2014 in poi.
Ma il 2017 sembra lasciare intendere che potremmo essere di fronte a un'inversione di tendenza. I primi nove mesi hanno visto una crescita del 21,6% per la nostra regione rispetto al 2016 che aveva fatto fermare il conto a quota 535 milioni di euro.
Ma cosa piace, in particolare, delle nostre eccellenze? Tre settori in particolare: due, arredo casa e agroalimentare, non stupiscono per un mercato in cui i nuovi ricchi accusano il fascino delle marche e del lusso. Mentre il terzo settore è quello dell'innovazione e della ricerca: un po' per una questione di investimenti finanziari, un po' perché - complice proprio la chiusura in se stessa della Russia - c'è necessità di fare ricerca e innovazione in proprio. Ecco dunque che le nostre start up assumono un appeal particolare, oltre confine.
Il Piemonte è la quarta regione italiana per esportazioni in Russia, mentre nel 2017 erano presenti in Piemonte 403 imprenditori russi, in crescita rispetto al 2016.
Per sostenere questo sviluppo, la camera di commercio di Torino ha attivato lo Sportello Russia per un orientamento al mercato ex sovietico, ma ci sono anche 10mila euro in totale a disposizione di 10 aziende che saranno selezionate per partecipare al progetto Export Alliance, che ha visto proprio l'ente camerale torinese vincere un "posto al sole" a partire dal 2018.
Sotto, il video con la dichiarazione di Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di Commercio di Torino: