"Un momento importante, che arriva dopo tanto tempo che non siamo più insieme. Ma abbiamo messo da parte le cose che ci dividono, ritrovandoci su quelle che ci uniscono". Così Claudio Chiarle apre l'assemblea generale dei metalmeccanici, un evento davvero unico nel suo genere, che riempie le sale del Sermig e che mette allo stesso tavolo le segreterie di Fim, Fiom (con Federico Bellono) e Uilm (Dario Basso). Con loro anche Francesca Re David (segretario generale della Fiom), Marco Bentivogli (Fim), Rocco Palombella (Uilm) e Carmelo Barbagallo (segretario generale Uil).
Il pensiero va a Embraco, alla delegazione che in questi minuti è a Roma per parlare con il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda. Ma il motivo che oggi raccoglie centinaia di persone a Borgo Dora e che il 13 marzo li porterà in piazza è la condizione generale del settore metalmeccanico torinese e dei suoi lavoratori.
"Siamo tanti, nonostante la neve - aggiunge Federico Bellono - perché è evidente che la situazione Embraco chiama in causa situazioni più generali che danno l'occasione per dare un segnale ai lavoratori. A loro diciamo e diremo che Fim Fiom e Uilm organizzano un'iniziativa insieme, importante per la città, contrastando situazioni che spesso vedono difficoltà che si consumano in solitudine, nelle singole aziende. E lo stare insieme è stato un punto di forza in passato per le lotte dei metalmeccanici".
In effetti, quella di oggi sembra una giornata piombata dal passato. Non solo per la neve di marzo, ma anche gli strilloni che fuori dal Sermig vendono Lotta Comunista. E poi le tute, le felpe coi colori dei diversi sindacati. I volti delle persone che si guardano e, guardandosi, si riconoscono e riconoscono problemi e preoccupazioni comuni.
"La crisi, per i lavoratori, non è finita - scandisce Bellono - e il caso FCA lo dimostra. I tavoli di crisi in questi anni sono aumentati, altro che ripresa. Non è la narrazione che sentiamo fare". "Ci sono imprese come Embraco che possono prendere ed andare via, in piena crisi retorica per quanto riguarda la responsabilità sociale. E a farne le spese sono sempre i lavoratori". Ancora Embraco: "Speriamo che l'ottimismo che si legge in giro sia ben riposto. Ma in questi anni c'è un ritardo pazzesco della politica".
"Non vogliamo la guerra tra operai in Europa, questo è chiaro. Ma siamo un caso europeo di stabilimento che è stato prima preso a modello, poi utilizzato da una multinazionale per far crescere altri siti e quindi siamo stati svuotati. E questo non è accettabile. Ci siete stati vicini fino a oggi. Non lasciatevi soli adesso". È il commovente intervento della RSU di Embraco, chiamata a parlare e a raccontare due mesi di lotte, ma anche lunghi anni di difficoltà. Al termine, insieme alle strette di mano, anche un lungo applauso spontaneo
"La storia di Embraco è un po' quella che viviamo anche noi in FCA". Il cerchio della mattinata legata al mondo metalmeccanico torinese non poteva non concludersi parlando della vecchia Fiat, con la voce di una delle rappresentanti della RSU. "A Mirafiori, in carrozzeria, abbiamo ammortizzatori sociali fino a settembre. Dopo si esauriranno. E non sappiamo quello che accadrà. Di certo, al momento non si muove nulla a livello di progettazione e questo non lascia ben sperare. Abbiamo dato sindacalmente troppa fiducia ad aziende che hanno messo al centro solo il profitto. Il 13 marzo deve essere l'inizio".
Ecco il video con l'intervento della RSu di Embraco: