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Attualità | 15 marzo 2018, 14:52

Vittime del terrorismo contro puntata di Atlantide sulle Br

Della Rocca: “Brigatisti lasciati liberi di raccontare crimini come fossero barzellette”

Vittime del terrorismo contro puntata di Atlantide sulle Br

“Vedere e ascoltare pluriomicidi che, sovente con il sorriso sulle labbra, narrano le loro nefande imprese e si vantano dei loro crimini <s style="font-size:1rem">e</s> in assenza di un puntuale e diretto contraddittorio, ci ha fatto male e ci ha indignato”. A commentare le puntate del documentario della trasmissione Atlantide sul rapimento di Aldo Moro, andate in onda su La 7 il 12 ed il 14 marzo 2018, è Roberto Della Rocca, presidente dell’ Associazione Italiana Vittime del Terrorismo, organizzazione che raggruppa gran parte dei familiari e delle persone colpite da attentati durante gli Anni di Piombo.

“È stata una trasmissione in cui ai brigatisti è stato concesso di giustificare e fare apologia delle loro azioni criminali - continua Della Rocca - I nostri tanti iscritti, uomini e donne che in quegli anni sono stati vittime dirette ed indirette   con la perdita delle vite di loro familiari ed a  versare rimanendo invalidi il loro sangue in vili agguati ad opera di questi volgari pluriomicidi seriali, che adesso raccontano le loro prodezze quasi fossero barzellette, ci hanno confidato di essersi sentiti costretti a cambiare canale per il forte disagio provato davanti a tali offensive scene. Per noi, vittime di<s> </s>quegli attentati, vili non meno che feroci, è stato uno spettacolo indecente! ".

"Mi piace ricordare qui uno scorcio dell’alto messaggio pronunciato dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 9 maggio di dieci anni fa, alla prima giornata in memoria delle vittime del terrorismo: “ Lo Stato repubblicano non può abbassare la guardia, dopo aver fatto fronte allo stragismo e aver sconfitto il terrorismo dilagante degli scorsi decenni. Lo ha sconfitto dopo aver subíto colpi molto duri - più di qualsiasi altro il sequestro di Aldo Moro, lo sterminio della sua scorta e infine la sua feroce soppressione ; lo ha sconfitto restando sul terreno della democrazia e dello Stato di diritto, e senza concedere alle Brigate Rosse il riconoscimento politico di controparte in guerra che esse pretendevano".

"Bisogna rendere omaggio a quanti si sono battuti con tenacia fino a cogliere successi decisivi. La prova è stata ardua, terribilmente dolorosa, e non può considerarsi del tutto conclusa, o conclusa una volta per tutte. Di qui l'appello alla vigilanza e alla severità. Per nessuno la prova è stata così dura come per i famigliari delle vittime”.

A noi superstiti incombe il dovere di serbare intatta la memoria della verità storica, da trasmettere alle nuove generazioni, a monito e a salvaguardia dal pericolo del reiterarsi della tragedia di allora”.

c.s.

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