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Eventi | 13 aprile 2018, 13:04

Un ponte tra i popoli, musica barocca missionale dall'Amazzonia Boliviana

Appuntamento sabato 21 aprile alle 18 presso il tempio Valdese di corso Vittorio Emanuele II 23 con l'Ensemble Moxos

Un ponte tra i popoli, musica barocca missionale dall'Amazzonia Boliviana

L’Ensemble Moxos è considerato il migliore ambasciatore al mondo della cultura dell’Amazzonia Boliviana, essa trova la sua massima espressione nell’Ichapekene Piesta riconosciuta nel 2012 dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Nell’ultima decade l’ensemble ha eseguito oltre 500 concerti e venduto alcune migliaia di dischi e dvd in tutto il mondo. I suoi spettacoli sono un amalgama del meticciato che si produsse tra la musica barocca importata dall’Europa dai missionari Gesuiti e le espressioni tradizionali native; sorprendono per la loro creatività e coreografia, perché in essa convergono musica, canto, danza e rappresentazioni drammatiche.

Dopo le esibizioni in Spagna e Francia, lunedì 16 aprile l’Ensemble Moxos si presenterà per la prima volta a Bergamo. Qui aprirà la tappa italiana che prevede concerti anche a Cori, Città del Vaticano, Roma, Vicenza e Torino. Il programma del concerto si bassa sull’opera della Passione di Cristo, da loro riproposta come “Pasión Moxos” comprende l’esecuzione di diversi brani tutti del XVII e XVIII secolo, con autori conosciuti come Atr. G. B. Bassani, Domenico Zipoli e altri da compositori anonimi e alcuni brani della tradizione indigena di Chiquitos e Moxos, recuperati grazie al lavoro di ricerca sul campo effettuato dai membri dell’ensemble. Per tutto ciò i ragazzi dell’Ensemble Moxos” sono considerati i “guardiani della memoria”.

L’Ensemble Moxos, è costituito da una ventina di giovani indigeni dell’Amazzonia Boliviana e diretto da Raquel Maldonado, provengono da San Ignacio de Moxos, un piccolo villaggio dell’Amazzonia boliviana, circondato da foreste, pampas, fiumi e lagune. È in questo contesto che nel diciassettesimo secolo arrivò la Compagnia di Gesù con l’obiettivo di evangelizzare i nativi di questa zona. La presenza dei Gesuiti nel territorio fu breve, in molti casi durò meno di un secolo a causa dell’espulsione voluta dalla corona spagnola nel 1767. Tuttavia essi lasciarono nella loro cultura e spiritualità un’impronta che è rimasta fino ad oggi. Eredi di questo incontro fra i due mondi, ed eredi di un popolo vincolato alle sue tradizioni, alla sua lingua, alla sua religione, alla sua musica. Con la musica presentata dall’Ensemble Moxos è possibile viaggiare nel tempo e nello spazio fino a quell’epoca lontana, quando i missionari Gesuiti stregarono con la loro musica gli indigeni dell’Amazzonia boliviana. Dietro ai 17 giovani musicisti c’è un progetto sociale senza precedenti, portato avanti dalla Scuola di Musica di San Ignacio de Moxos. Grazie a questo progetto, è possibile dare un’educazione musicale completamente gratuita a più di 200 bambini e ragazzi, in maggioranza poveri e di origine indigena. La scuola non solo offre una opportunità di lavoro professionale, ma permette anche di conoscere la storia e di valorizzare la memoria del popolo moxeño, dimenticato, sottostimato e oppresso da secoli. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro dell’Ensemble Moxos, composto da alunni e professori della scuola, che con le sue tournée e la vendita dei suoi dischi sostiene economicamente questo progetto. L’ingresso è a offerta libera; i fondi raccolti saranno interamente devoluti al sostegno di questa scuola.

Il concerto a Torino è possibile grazie alla rete di collaborazione tra: La Città di Torino, Le Biblioteche Civiche Torinese, il Centro di Servizi per il Volontariato Vol.To, la Chiesa Evangelica Valdese di Torino, l’Accademia Corale Stefano Tempia.

r.g.

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