Grande distribuzione che continua ad aprire al di là del colore politico che prende le decisioni, un digitale con poche regole che preoccupa il settore tradizionale, ma anche una flessione dei consumi legata sia all'incertezza politica che al clima, che ha rallentato gli acquisti di settori come l'abbigliamento.
È un quadro piuttosto in chiaroscuro, quello che dipinge Ascom, parlando del terziario cittadino. La crescita è ancora nei numeri, ma l'entusiasmo è in flessione e le prospettive non sono rosee. "Alla politica locale chiediamo un progetto, una visione, altrimenti è difficile essere ottimisti", dice Maria Luisa Coppa, presidente dei commercianti, che scruta l'orizzonte dagli uffici di via Massena e vede più motivi di preoccupazione che di speranza. "È indispensabile far tornare le imprese a credere nel futuro, soprattutto in un momento in cui anche la Regione sta andando al rinnovo e mentre dal Governo non arrivano segnali rassicuranti".
E così, al termine del primo trimestre 2018, i dati raccontano di un clima di fiducia in frenata. E anche i ricavi mostrano un sostanziale stallo. A soffrire di più, sono soprattutto le imprese più piccole. E anche sul fronte del credito qualcosa si muove, ma lentamente.
Cresce anche la digitalizzazione delle imprese e piu di una su tre negli ultimi due anni ha investito nelle tecnologie (il 36,1%). Ma stupisce anche quel 46% che invece non ha mosso i pezzi sulla scacchiera, dicendo di poter contare su una clientela "storica" e fidelizzata. Una posizione - si teme - che nel medio lungo periodo potrebbe non pagare.
Ancora più netta la posizione di chi, nel mondo del digitale, non intende muoversi sui binari dei social network (52,9% oppone un no deciso a investimenti in questo senso).