Un triennio di crescita costante, sia dal punto di vista economico che da quello "operativo": dunque conti con segno più, ma anche partnership in tutti e cinque i continenti. Ed è difficile scindere un aspetto dall'altro, quando si ragiona di eccellenza come nel caso del Bioindustry Park di Collaretto Giacosa, il parco scientifico che si trova alle porte di Ivrea e che si occupa di studi e ricerche sulla salute umana e sulle cosiddette scienze della vita.
Dunque, un "mandato" positivo, quello che si è voluto raccontare per fare il punto della situazione, ma anche per guardare al futuro: nel mirino, infatti, c'è una proposta di ampliamento di circa 9 milioni di euro per aumentare gli spazi e trovare sempre nuove aziende pronte a insediarsi in territorio eporediese.
Partito nel 1998 con soli due dipendenti, oggi il Parco conta un totale di circa 550 risorse umane e oltre 40 organizzazioni, tra cui grandi imprese come Bracco Imaging e Merck Serono, ma anche piccole e medie aziende di rilevanza globale, accanto a start-up e centri di ricerca. «Aver saturato gli spazi disponibili è il segnale più forte di quanto il Parco sia cresciuto in questi 20 anni - sottolinea Fiorella Altruda, presidente di Bioindustry Park -. Guardiamo al futuro con basi solide e, in un Paese che troppo spesso vede le proprie aziende e i suoi talenti andare all’estero, soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica, essere un luogo che attrae investimenti internazionali, e in cui grandi multinazionali accanto a nuove startup scelgono di insediarsi e restare, rende il Bioindustry un patrimonio per l’Italia e dimostra quanto sia stata lungimirante l’intuizione del suo fondatore Silvano Fumero».
Attualmente, il BioIndustry Park si sviluppa su una superficie totale di circa 70mila metri quadri (di cui 25mila edificati), ma il piano di ampliamento ha obiettivi ambizioni: si prevede infatti di aumentare del 30% gli spazi costruiti: 7500 metri quadri che ospiteranno 3 nuovi edifici, ma anche una mensa e una reception più grandi oltre ad ambienti più ampi per la foresteria e il co-working. I lavori partiranno prima dell’estate e verranno ultimati tra il 2021 e il 2022.
«Ampliare la struttura è indispensabile per insediare nuove realtà e generare nuovi posti di lavoro - spiega Alberta Pasquero, amministratore delegato di Bioindustry Park -. Abbiamo contatti in corso con tre aziende europee del settore farmaceutico e biomedicale interessate ad insediarsi, ma non ci sono gli spazi fisici per ospitarle. L’obiettivo è di continuare a far crescere il Parco e le sue ricadute dal punto di vista tecnologico, scientifico ed economico. La proposta di ampliamento va in questa direzione e può portare, in termini di occupazione, un centinaio di nuove risorse umane all’interno del Bioindustry».
Tornando alle cifre, il Bioindustry Park ha coronato tre anni di continua crescita mandando in archivio un 2017 con un fatturato di circa 3,9 milioni di euro e 150mila euro di utile. Il tutto, pesando per solo il 10% su fondi pubblici. Mentre tutto il resto sono risorse private ottenute attraverso la vendita dei suoi servizi, come l’affitto degli spazi (uffici e laboratori di ricerca, mensa e foresteria) oltre ai servizi di consulenza specialistica interna ed esterna (check-up aziendali, analisi di fattibilità e trasferimento tecnologico).
Negli ultimi tre anni, poi, hanno preso casa a Collaretto Giacosa tre nuove aziende straniere: la francese Epygon e le svizzere Innovheart e AorticLab, ma si è verificata anche la vendita per 150 milioni di dollari di Creabilis alla californiana Sienna Biopharmaceuticals e l’acquisizione da parte di Novartis per 3,9 miliardi di dollari di AAA-Advanced Accelerator Applications. Due società che rendono oggi il Bioindustry l’unico Parco Scientifico italiano specializzato nelle biotecnologie che può vantare due aziende quotate al Nasdaq.
Per quanto riguarda infine le collaborazioni, il Bioindustry ha partnership in tutto il mondo e in particolare con Usa, Cina e Giappone. E dal 2015 a oggi ha acquisito 6 nuovi progetti europei per un valore di 400 mila euro e recentemente è stato scelto come referente italiano per “Magia”, nuova piattaforma Ue per l’internazionalizzazione delle imprese biomedicali, che coinvolge anche Belgio, Francia e Germania.