“Altro che Salone del Libro, qui sembra la sagra della mozzarella”. Non usa mezze misure e va dritto al punto Carlo Frilli di Fratelli Frilli Editore, uno degli stand più grossi del Padiglione 4, a Lingotto. Come tutti i suoi colleghi “confinati” nel nuovo padiglione, allestito sotto un tendone all'esterno del Lingotto Fiere (lato Oval), è arrabbiato e scontento per il trattamento riservatogli. “Ci siamo tutti registrati e prenotati nei tempi previsti, a febbraio – spiega – e abbiamo pagato quanto gli altri che stanno nei tre padiglioni interni, ma abbiamo scoperto solo una settimana fa, all'improvviso, che saremmo finiti qui. Dove chiunque si accorge che non c'è passaggio di pubblico e dove la nostra visibilità è infinitamente minore rispetto a chi sta dentro”.
Una situazione drammatica, che coinvolge tanti piccoli editori, a volte alla prima esperienza di Salone, altre – come Frilli – già con una pluriennale presenza a Torino. “Il nostro posto – spiega – era sempre stato al Padiglione 2, dove c'era passaggio ma anche eventi e visibilità. Ora, qui, in confronto siamo alla sagra della mozzarellla. Noi abbiamo uno stand anche grande, ma chi ha quelli più piccoli è ancora più penalizzato. C'è per tutti una perdita economica, ma soprattutto di visibilità”.
Ieri, nell'area è arrivata la sindaca Chiara Appendino, che si è scusata con gli editori coinvolti. “Almeno ci ha messo la faccia – spiega Frilli – ma non basta. Qualcuno ha sentito di un possibile sconto del 50% per l'affitto dello spazio, ma a me non basterebbe. Anzi, a nessuno di noi, credo: economicamente il danno è stato enorme, ma passa anche la voglia di partecipare ad altri eventi simili. Anche se la rabbia del momento è destinata ad affievolirsi. Sia chiaro: magari l'anno prossimo tornerò al Salone, a cui sono legato, ma vorrei capire a cosa andrò incontro. Oggi come oggi non c'è un interlocutore, non si sa con chi parlare e soprattutto se avrà voce in capitolo anche per le prossime edizioni. Siamo comunque pronti a sentire il nostro legale per valutare azioni contro questa scellerata decisione di metterci in un padiglione che praticamente è inesistente, non c'è, o meglio sarebbe stato meglio che non lo allestissero proprio”.
"Abbiamo fatto la pre-iscrizione entro il 28 febbraio - hanno raccontato Claudia Cioffi e Alessandro Carofalo, titolari di Edizioni Primavera, di Benevento - poi da marzo abbiamo notato uno strano silenzio, fino all'email arrivata la notte del 25 aprile, con la quale la segreteria del Salone ci informava che avrebbero ridisegnato gli spazi".
Ma nessuno immaginava che sarebbero finiti sotto un tendone. E addirittura con appena poche ore per allestire, dato che prima delle 14 del 9 maggio - informati con un'altra email ricevuta la sera prima - non hanno potuto allestire. E oltre al danno la beffa. Il costo degli stand del Padiglione 4, infatti, è esattamente identico a quello degli spazi all'interno. Primavera Edizioni, per uno spazio di 8 metri quadri, ha speso 1220 euro, ma il Salone ha assicurato uno sconto del 50%. L'organizzazione, tuttavia, ha assicurato risposte più concrete.