“Come può, l’uomo moderno, sopravvivere alla sua alienazione, creando forme che vadano oltre il proprio tempo?”: è sulla base di questo quesito che è stato generato l’ultimo lavoro discografico – distribuito da Egea Music – della band rock torinese Antinomia, Chronos, presentato ieri, nello spazio Music’n’books, in occasione del Salone Internazionale del Libro.
Il collettivo – costituito dal fondatore, cantante e polistrumentista Riccardo Rizzi, da Mattia Osello e Maurizio Grotan alla chitarra, Mathias Pocher alla batteria e Fabrizio Cerutti al basso – ha visto la propria genesi “in una fredda sera d’inverno” il 9 febbraio 2008, sulle sponde del fiume Orco, a Cuorgnè, “nel modo più rituale che si conosca: in un garage, in seguito a una amicizia nata tra i banchi del liceo”, ha spiegato il frontman, Riccardo Rizzi.
Da quella fredda sera d’inverno sono trascorsi dieci anni e tre dischi, l’ultimo dei quali conclude un trittico, attraverso cui “volevamo andare in controtendenza ed esprimere il senso di questo progetto, ossia l’uomo e il pensiero: con il primo album, infatti, Illusioni ottiche, abbiamo voluto soffermarci su quelle che sono le suggestioni e le influenze che l’uomo contemporaneo riceve dall’esterno, e i meccanismi di insoddisfazione che ne derivano”.
“Il secondo, invece – ha continuato Rizzi –, intitolato Mantra, si rivolge a un mondo interiore, alla ricerca della pace e dei valori che vanno via via perdendosi, mentre con Chronos abbiamo voluto rispondere, attraverso la musica, a una riflessione centrale: la possibilità di sopravvivenza dell’uomo oltre se stesso, mediante le diverse forme d’arte, in una continua fuga dalle molteplici fonti di alienazione che caratterizzano il mondo attuale”.
Quesiti che derivano dagli interessi personali del gruppo e confluiscono negli inediti del nuovo disco, il quale racchiude in sé differenti sfumature: cantautorale, rock, ma anche elementi sperimentali e fuori dal tempo, quali il flauto traverso, un utilizzo massiccio del pianoforte e sonorità ambient.
“Dobbiamo ricavare nuovamente uno spazio per il rock italiano, perché è stato uno di quei generi che ha dato celebrità alla nostra musica anche a livello internazionale: il rock deve essere riportato al centro del villaggio”, ha chiosato Rizzi.