In Piemonte è boom di richieste REI, il reddito di inclusione che ha come obiettivo il contrasto della povertà. Dal 1°dicembre 2017 sono 20.707 le domande ricevute nei 666 punti di accesso attivati in Regione (248 a Torino e provincia, seguita dal Cuneese con 169). Nel periodo febbraio-marzo, con 12.564 domande, si è registrato un incremento del 64,8% rispetto a dicembre 2017- gennaio 2018 quando erano 8.143. Di queste, il 91,4% è stato "preso in carico", alla luce dei requisiti minimi necessari.
Numeri forniti dall'assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari a sei mesi dall'attivazione del RE, un meccanismo che eroga mensilmente una carta di pagamento elettronica e, al tempo stesso, avvia un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale.
I target prevalenti, sono le famiglie con almeno un minore e i nuclei con un over 55 lavoratore. Ovvero le situazioni in cui è più frequente il manifestarsi della povertà assoluta. Sono circa il 47% i richiedenti italiani, mentre i cittadini comunitari sono 15%. Il resto sono extracomunitari.
Torino, anche per ampiezza del bacino d'utenza, è l'area con il maggior numero di domande raccolte (2104). Seguono Cuneo (2.166) e Alessandria.
Dal luglio l'accesso al Rei sarà trasformato in universalistico, includendo dunque anche le persone sole e non unicamente i nuclei famigliari. E a contare saranno solo i requisiti economici. Secondo Ferrari i numeri "dimostrano che siamo sulla strada giusta perché il Rei intercetta categorie che erano prive di protezione sociale pur avendone bisogno". Con la novità di luglio si può stimare "che in Piemonte si potrebbe arrivare a 60-70 mila domande l'anno", conclude l'assessore.