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Politica | 22 giugno 2018, 16:20

Piazza San Carlo, Fregolent: "Non chiediamo dimissioni, ma Appendino si faccia un esame di coscienza"

La deputata Pd commenta il rinvio a giudizio della sindaca. Osvaldo Napoli (FI): "Noi siamo e restiamo garantisti anche nei confronti del sindaco"

Piazza San Carlo, Fregolent: "Non chiediamo dimissioni, ma Appendino si faccia un esame di coscienza"

"Non abbiamo chiesto e non chiederemo le dimissioni di Chiara Appendino per gli incidenti di Piazza San Carlo. Quando un sindaco viene rinviato a giudizio per omicidio, lesioni e disastro colposo per l’organizzazione di una festa, senza chiarire in 12 mesi il suo ruolo e le sue responsabilità con la Magistratura, ogni decisione va affidata esclusivamente alla propria coscienza e alla propria dignità": è quanto scrive su Facebook Silvia Fregolent, deputato Pd.

Questa, invece, la dichiarazione di Osvaldo Napoli (FI): "Forza Italia è un partito garantista, nel senso pieno che la Costituzione assegna alle garanzie di ogni cittadino chiamato a rispondere dalla legge per reati che gli vengono contestati. Osservo che il garantismo con i garantisti è cosa scontata e ovvia, invece il nostro garantismo si esercita prima di tutto verso i cosiddetti giustizialisti, cioè quel M5s che fino a qualche tempo fa si stracciava le vesti contro gli avversari invocando dimissioni e gogna mediatica per ogni avviso di garanzia".

"Siamo garantisti, come è doveroso, anche con il sindaco Chiara Appendino. È stata rinviata a giudizio per i reati di disastro, lesioni e omicidio colposo in quanto responsabile politica dell'amministrazione cittadina, ma evidentemente le responsabilità operative e funzionali per quella tragica sera del 3 giugno riguardano altre figure e ruoli all'interno dell'amministrazione".

"Nessuno sconto può essere fatto per quanto riguarda le responsabilità di disfunzioni, comportamenti superficiali e omissioni da parte di chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Perché se chiamare il sindaco a rispondere per la responsabilità collettiva dell'amministrazione è un atto dovuto, ancora più doveroso è l'accertamento di ciò che non ha funzionato nella catena di comando. Quella del sindaco è una responsabilità politica, ed è sempre complicato tradurla in responsabilità penale. Aspettiamo la celebrazione del processo e gli eventuali gradi di giudizio".

c.s.

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