/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 04 luglio 2018, 11:25

L'eredità di don Carlo Carlevaris: Torino riscopre la storia dei "suoi" preti-operai

Se ne parlerà lunedì 9 luglio al convegno organizzato da Fim-Cisl al salone Operti. Stamattina, invece, si sono celebrati i funerali del religioso. Nosiglia: "Testimone coerente ed esemplare, la Chiesa di Torino gli deve molto"

L'eredità di don Carlo Carlevaris: Torino riscopre la storia dei "suoi" preti-operai

La scomparsa, nella giornata di lunedì, di don Carlo Carlevaris ha riportato sotto i riflettori la figura dei cosiddetti "preti operai", ovvero quelle figure che - pur appartenendo al mondo della Chiesa - hanno votato la propria esistenza e la propria testimonianza al mondo del lavoro. E dei lavoratori.
E proprio questa mattina si sono celebrati i funerali del religioso, alla presenza dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Che nell'omelia ha sottolienato come "E’ superfluo per quanti di voi hanno conosciuto don Carlo che
sottolinei quanto l'insegnamento della Parola di Dio e della Chiesa sia stato assunto da lui con il massimo di impegno e di responsabilità, pagando anche di persona ma rimanendo sempre in questo campo, un testimone coerente ed esemplare per tutti. La Chiesa di Torino in particolare deve molto a don Carlo perché con le sue scelte anche controcorrente l’ha stimolata a uscire fuori da una sudditanza dal potere economico e politico del suo tempo e ha contribuito a rinnovarla e a renderla più fedele al Vangelo e all’uomo come le hanno insegnato i suoi santi sociali".

La figura di don Carlo sarà inoltre ricordata lunedì prossimo, 9 luglio, in occasione del convegno che Fim-Cisl organizza presso il salone Operti di corso Siracusa 213. Una mattinata che vuole fare memoria del sindacalista e politico Pierre Carniti, ma che al tempo stesso vuole recuperare l'eredità di questi sacerdoti che si sono battuti proprio per le fasce più deboli della società. Come don Carlevaris. Ma non solo.

Come spiega Claudio Chiarle, segretario generale Fim-Cisl di Torino e Canavese: "l’esperienza dei preti operai è stata una grande esperienza per tutti noi sindacalisti. Forse sono vissuto anche all’ombra di quel mito. Si, i preti-operai a Torino sono stati un mito, concreto, della classe operaia; un insegnamento di vita; un bagaglio trasmesso a tanti militanti della FIM e della Cisl ma non solo".

E in giorni in cui le vertenze sindacali (tra quelle concluse con un risultato positivo come Embraco o Italiaonline e quelle ancora aperte) sono diventate di stretta attualità, anche il ricordo dei preti operai può servire a ricomporre una forma di "base" da cui ripartire.

"Nella mia vita sindacale, dal lontano 1979, ne ho incontrati tanti di preti operai - prosegue Chiarle - qualcuno ho scoperto che lavorava vicino a me senza saperlo. Come quando un delegato della Fiat-Avio nei primi anni ’80 indicandomi quell’operaio grande e grosso con una barba impressionante, mi disse: “quello è un prete”, Don Gianni Oderda".

Ma l'elenco non finisce qui: "Don Aldo D’Ottavio, licenziato dalla Fiat di Chivasso, segretario della FIM per anni e responsabile sindacale Fiat con cui sovente, nei miei anni di giovinezza contestativa sindacale, ero in disaccordo, ma poi capii quanto aveva ragione. Don Silvio Carretto. Don Silvano Bosa, prete operaio al Comau e soprattutto parroco per anni a San Giulio, la mia parrocchia della ribellione cattolica giovanile". "Don Carlo Demichelis - prosegue Chiarle - operaio alla Lear anche lui scomparso anni fa. Sindacalista silente, la sua operosità sindacale era instancabile. E don Armando Pomatto, operaio e formatore sindacale per la FIM per tanti anni, con lui sono cresciuto sulla formazione facendo un percorso insieme. Fino a don Gianni Fornero, conosciuto quando da Responsabile della Pastorale del Lavoro torinese diede un grande contributo per costruire gli accordi in Alenia nel 1993 e poi nel 1995 che salvarono lo stabilimento torinese di corso Marche dalla chiusura".

"La storia dei preti-operai a Torino, come si vede - conclude il segretario provinciale di Fim-Cisl - non è solo fatta di lotte sindacali, trattative, scioperi e accordi ma si intreccia con la vita anche fuori dalle mura della fabbrica o delle sedi sindacali. I tempi sono cambiati e di molto, ma il bagaglio di valori, solidità e solidarietà umana e sociale, coerenza nel vivere e trasmettere il messaggio evangelico, dello stare dalla parte dei più poveri e bisognosi è un insegnamento attuale".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium