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Attualità | 01 maggio 2025, 09:11

20mila in corteo per il Primo Maggio: arrivo in Piazza Solferino senza disordini [FOTO e VIDEO]

Tante anime della protesta alla manifestazione dedicata alla sicurezza sul lavoro. Lo "spezzone sociale", sale sul palco per intervenire. Bruciate bandiere di Usa, Israele e Europa

Un momento della conclusione del corteo in Piazza Solferino - Foto di Daniele Caponnetto

Un momento della conclusione del corteo in Piazza Solferino - Foto di Daniele Caponnetto

Ci sono in primis i lavoratori. Quelli delle vertenze più calde degli ultimi mesi, come chi rappresenta l'universo parcellizzato del precariato. Ma c’è anche il mondo della politica. Diverse le bandiere di partito: dal PD, al Movimento 5 Stelle, ad Alleanza Verdi Sinistra, ma anche il mondo più extraparlamentare come la Federazione di Torino del Partito Comunista e di Potere al Popolo

Il colpo d’occhio in Piazza Vittorio è dato, come è ovvio, dalle bandiere dei sindacati, quelli confederali di Cgil, Cisl e Uil, ma non mancano gli autonomi. Alcuni, come SI Cobas, riuniti sotto la denominazione di “spezzone operaio e internazionalista”, si sono dati appuntamento in piazza Castello, all’angolo con via Micca. Lì dove è previsto il passaggio in tarda mattina del corteo “ufficiale”, deviato, per cantieri, dal suo storico percorso e che quest’anno confluirà in Piazza Solferino, anziché in piazza San Carlo, per gli interventi istituzionali. 

Dal riarmo alla Palestina

Chi c’è alla partenza di Piazza Vittorio è, invece, un altro “spezzone”, quello sociale rappresentato da anime differenti. Da chi protesta per la causa palestinese come Torino per Gaza, Intifada Studentesca, Progetto Palestina e Polito for Palestine. O chi negli ultimi anni porta avanti la causa transfemminista come Non una di meno. C’è il mondo dei centri sociali, come Askatasuna. Presenti anche Anpi e altre associazioni come Emergency.

Oggi i temi del riarmo, dei conflitti internazionali in corso, dei decreti sicurezza, si sovrappongono a quelli del lavoro. 

L’auspicio di Cgil, Cisl e Uil, come detto nei giorni scorsi, è che i diversi piani di protesta possano coesistere senza la necessità di dover “mostrare i muscoli”. Una precisazione che arriva a pochi giorni dalle tensioni che si sono verificate a Torino durante la fiaccolata alla vigilia della Liberazione. L’attenzione resta alta, come testimonia la grande presenza di polizia schierata lungo il percorso. 

Gli interventi e il percorso del corteo

Il corteo partirà alle ore 9,30 da piazza Vittorio Veneto e percorrerà via Po, piazza Castello, via Pietro Micca e si concluderà alle ore 11 in piazza Solferino. Il comizio conclusivo vedrà gli interventi di FedericoBellono, segretario generale CGIL Torino e sarà preceduto dagli interventi di Chiara Dezzani rappresentante della Gioc (Gioventù Operaia Cristiana); di Arcangela Di Rella, delegata Fim Cisl in Hanon System; di Gian Livio Lembo, Rsu Uil Fpl Asl To4 e di Maurizio Bellofatto, minatore della Fillea Cgil.   

Durante la giornata di oggi le linee di bus e gtt vedranno deviazioni sul percorso del corteo e un servizio ridimensionato (qui per maggiori informazioni). 

Il corteo 

Il corteo è partito in orario, intorno alle ore 9,30 e sta attraversando via Po. In testa la banda della Polizia Locale con i gonfaloni. Più dietro i sindaci del torinese con al centro Stefano Lo Russo. Presente anche il consigliere Viale. Dopo le polemiche del 24 aprile, questa volta sventola un'altra bandiera, quella tricolore.

Spunta una grande manichino con le sembianze di Trump e una Meloni con cappello da camerata e un manganello, con critiche al decreto sicurezza recentemente approvato.

Quando sono le 11,30 anche lo spezzone sociale, che chiude il corteo, ha raggiunto piazza Solferino. SI COBAS e rappresentanti degli studenti sono saliti sul palco e stanno intervenendo. Non si registrano particolari tensioni, ma sono state bruciate le bandiere di Stati Uniti, Israele e Europa.

I commenti 

"Questo primo maggio vede al centro i temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche quello dei salari e delle retribuzioni come giustamente richiamato di recente anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nonostante tutto quello che è successo in questi anni nel nostro territorio, In Piemonte e nel Paese ci sono ancora troppi morti sul lavoro. Dall’inizio dell’anno in regione sono morte sul lavoro e in itinere 13 persone. di cui 7 nella sola provincia di Torino. Per questo serve un “Patto della Responsabilità” tra  tutti i soggetti coinvolti (sindacati, imprenditori, istituzioni) e più investimenti per rilanciare la prevenzione, la formazione e il controllo nei luoghi di lavoro”. Questo il commento del segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Giuseppe Filippone, nella giornata del Primo Maggio a Torino. Sul fronte dei bassi salari, Filippone ringrazia il capo dello Stato Mattarella per aver rilanciato un tema che al sindacato sta molto a cuore e che è quello del potere di acquisto delle retribuzioni. “Non lo scopriamo di certo oggi - aggiunge il segretario generale della Cisl Torino-Canavese - che siamo tra i peggiori in Europa per quanto riguarda i salari, che in questi anni sono rimasti fermi se non addirittura diminuiti a causa dell’inflazione. Come lo siamo anche sul fronte della produttività oraria. Per questo, come Cisl, condividiamo in pieno le parole del presidente Mattarella quando afferma che i salari inadeguati e insufficienti sono una grande questione per l’Italia e che va affrontata con la massima  urgenza”.

"Oggi migliaia di persone sono scese in piazza per la Festa del lavoro che, quest'anno, è dedicata al tema della salute e sicurezza. Ricordiamo che, in Italia, ci sono oltre 1000 morti sul lavoro all'anno e nei primi due mesi del 2025 c’è stata una crescita del 16%. Bisogna investire in prevenzione e in informazione, ma occorre anche rafforzare il personale ispettivo, considerando che solo un’azienda su venti viene ispezionata e, nell’80% dei casi, emergono irregolarità. I problemi relativi alla sicurezza si affiancano a quelli dell'occupazione, sempre meno tutelata, più povera e precaria. Il tema del salario è diventato drammatico perchè l'Italia nell'arco di 30 anni ha perso addirittura il 3% di potere d'acquisto, a fronte di una crescita dei salari del 30% negli altri Paesi" dichiara il Segretario Generale della UIL Torino e Piemonte, Gianni Cortese.

"A Torino sta andando in scena l’ennesimo spettacolo della vergogna che vanifica le istanze dei lavoratori per lasciare spazio alla polemica prevenuta e ideologica. Tra bandiere bruciate, manichini contro Giorgia Meloni e addirittura Bruno Vespa, megafoni a chi conosciamo solo per le violenze di piazza, c’è chi è sceso in piazza contro i lavoratori continuando a costellare la nostra città di episodi negativi e vergognosi. I risultati del governo e il lavoro che svolge, ancora ieri raddoppiando le risorse dedicate alla sicurezza, sono un fatto ancora più evidente a fronte di chi non sa che cantare la solita cantilena priva di contenuti ma ricca di gesti intolleranti e intollerabili, soprattutto in una città che dovrebbe battersi all’unisono per difendere la propria occupazione anziché essere oscurata dai soliti senza arte né parte. Nella giornata di oggi meritano di avere ascolto le istanze di lavora davvero non certo di chi non perde occasione di cercare una propria visibilità" dichiara il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli.

Daniele Caponnetto

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