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Politica | 10 luglio 2018, 19:13

Più prevenzione, meno ospedalizzazione: il "piano cronicità" approvato in Regione

L’Assemblea ha approvato anche due ordini del giorno collegati, presentati rispettivamente dai primi firmatari Raffaele Gallo (Pd) e Davide Bono (M5s)

Più prevenzione, meno ospedalizzazione: il "piano cronicità" approvato in Regione

 

Rimodulare l'offerta sanitaria piemontese potenziando l'assistenza territoriale e i servizi come l'infermiere di comunità e la telemedicina. Avviare, contemporaneamente, percorsi di cura individuali che rimettano al centro la persona, destinando agli ospedali il compito di occuparsi delle urgenze e dell'alta specializzazione. È quanto prevede la proposta di delibera “Piano nazionale cronicità. Recepimento dell’Accordo Stato-Regioni del 15 settembre 2016 e approvazione delle linee d’indirizzo regionali per le annualità 2018-2019”, approvata oggi a maggioranza e con modifiche dall’Assemblea regionale.

L’Assemblea ha inoltre approvato due ordini del giorno collegati, presentati rispettivamente dai primi firmatari Raffaele Gallo (Pd) e Davide Bono (M5s).

“La proposta di delibera - illustrata per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta nella seduta del 3 luglio - ha coinvolto tutte le realtà piemontesi con l’intento di mettere al centro, sulla base delle linee guida nazionali, la persona e il suo progetto di cura e, soprattutto, la presa in carico dei pazienti anziani, cronici e più fragili. Un vero cambio di mentalità con l'integrazione tra le diverse professionalità e la formulazione di un accordo regionale con i medici di famiglia, che sono il tassello fondamentale per l’attuazione concreta del piano stesso”.

Un nuovo modello di presa in carico dei pazienti, che tiene conto delle esigenze di salute dei piemontesi e del progressivo invecchiamento della popolazione. C’è la costruzione sul territorio della rete delle Case della Salute e lo sviluppo della sanità digitale con il Fascicolo sanitario elettronico che verrà esteso a una fascia sempre più ampia di utenti. Prossimamente - inoltre - entrerà in funzione il nuovo Centro unico per le prenotazioni di visite ed esami e sarà concretamente applicato il piano per la riduzione delle liste d'attesa avviato nei mesi scorsi.

“Questi provvedimenti - ha concluso l’assessore - andranno ad affiancarsi al lavoro delle reti già esistenti in Piemonte, come quelle oncologica ed endocrino-diabetologica, ai Centri per i disturbi cognitivi e le demenze e alla Farmacia dei servizi”.

IL DIBATTITO IN AULA

Nel dibattito generale sono intervenuti per il Pd i consiglieri Paolo Allemano, Andrea Appiano e Domenico Rossi, che hanno sottolineato come per la popolazione piemontese, in costante invecchiamento, si renda sempre più necessario puntare su prevenzione, protezione e cure personalizzate. Mentre Allemano si è soffermato sulla necessaria integrazione tra diverse professionalità, in cui il ruolo cardine è svolto dal medico di medicina generale, e sul necessario coinvolgimento degli enti gestori e degli enti locali, a cominciare dai sindaci, Appianoe Rossi hanno evidenziato il lavoro svolto in Commissione Sanità per chiarire come il Servizio sanitario debba assicurare la presa in carico e la valutazione dei bisogni clinici, funzionali e sociali dei cittadini in un’ottica che metta al centro la persona e il suo bisogno complessivo di salute.

Per il M5s i consiglieri Davide Bono e Gian Paolo Andrissi hanno sottolineato la necessità di dare attuazione alla legge 10/2010, “Servizi domiciliari per persone non autosufficienti”, in particolare per quanto riguarda il diritto a ricevere assegni di cura che permettano ai cittadini di far fronte a parte delle prestazioni ricevute dai caregiver, che al momento gravano sui pazienti e sulle loro famiglie. Bono ha messo in evidenza alcune criticità cui urge rimediare in tempi brevi, a cominciare dalla piena operatività della sanità digitale. Andrissi ha rimproverato al documento di non riconoscere nelle premesse che l’aumentare delle cronicità è strettamente legato all’aumento dell’inquinamento.

Per Leu Walter Ottria ha definito il documento “importante e condivisibile” e ha annunciato una serie di emendamenti per renderlo “più efficace” da un punto di vista pratico soprattutto per quanto riguarda le cronicità dei pazienti in età evolutiva e la possibilità che buone pratiche già presenti in alcune aree possano essere estese all’intero territorio regionale.

Per Fi Andrea Tronzano e Luca Angelo Rossi hanno annunciato l’intenzione di non votare un documento “oggettivamente inemendabile”. Tronzano ha accusato il documento di eccessiva genericità e di non rispondere alle esigenze e alle aspettative dei piemontesi, come già accaduto nei mesi scorsi con lo spostamento dell’Oftalmico di Torino e con la privatizzazione delle Ipab. Rossi ha definito il provvedimento “antistorico e totalmente avulso dalla realtà”.

Per Mns - infine - Gian Luca Vignale ha evidenziato che la Giunta regionale non abbia ancora provveduto alla stesura del Regolamento attuativo della legge regionale 10/2010 inerente l’elargizione degli assegni di cura e rimproverato alla proposta di delibera di non affrontare temi cruciali quali la sanità nelle zone montane e rurali in cui l’offerta di servizi e strutture è decisamente inferiore rispetto ad altre realtà.

LA DISCUSSIONE DEGLI EMENDAMENTI

L’Assemblea ha discusso una trentina di emendamenti, presentati per la Giunta regionale dagli assessori regionali alla Sanità Saitta e alle Politiche sociali Augusto Ferrari, e per il Consiglio regionale dai gruppi Leu (primo firmatario Ottria) e M5s (primo firmatario Bono).

Quelli della Giunta regionale e di Leu, in particolare, hanno inteso recepire i rilievi espressi dal Consiglio delle Autonomie locali, che ha analizzato il provvedimento nella seduta del 4 luglio, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione sociosanitaria. In particolare, era stato richiesto che l’integrazione di prestazioni per i pazienti cronici che presentino problematiche di natura non sanitaria avvenga, per quanto concerne la verifica della presa in carico, con la collaborazione degli Enti gestori. E che, per la realizzazione di percorsi integrati, sia preso in considerazione il ruolo dei sindaci nell’ambito della Conferenza dei sindaci di Asl e del Comitato dei sindaci di distretto, come anche quello degli Enti gestori delle funzioni socio assistenziali nella valutazione esclusivamente dei pazienti cronici con problematiche di natura non sanitaria. Una collaborazione ritenuta necessaria sul piano dell’integrazione progettuale ma anche della contaminazione culturale tra le discipline, le competenze e le attitudini dei due ambiti professionali.

LE DICHIARAZIONI DI VOTO

Prima della votazione finale sono intervenuti, per dichiarazione di voto, i consiglieri Bono (M5s), Marco Grimaldi(Leu) e Allemano (Pd).

Bono, pur apprezzando la possibilità di dialogare e le modalità di lavoro per modificare la delibera, ha annunciato il voto contrario del proprio gruppo.

Grimaldi e Allemano hanno invece annunciato il voto favorevole di Leu e del Pd esprimendo soddisfazione per il lavoro svolto in Commissione e in Aula.

GLI ATTI D’INDIRIZZO COLLEGATI

L’Assemblea ha inoltre approvato due ordini del giorno collegati, presentati rispettivamente dai primi firmatari Raffaele Gallo (Pd) e Davide Bono (M5s).

Quello di Gallo impegna la Giunta regionale “a dare mandato ai direttori generali delle Aziende sanitarie locali e ospedaliere piemontesi di prevedere, nelle aree sosta di proprietà delle Aziende sanitarie medesime, almeno uno spazio fruibile dalle Associazioni di volontariato che, con mezzi propri, si occupano del servizio di trasporto e accompagnamento da e per le strutture ospedaliere e sanitarie, presso le quali i pazienti assistiti effettuano visite specialistiche o cure in regime di day hospital”.

Quello di Bono impegna la Giunta regionale “ad emanare rapidamente i regolamenti attuativi della legge regionale 10 del 18 febbraio 2010, ‘Servizi domiciliari per persone non autosufficienti’ e ad attuare un percorso condiviso per il reperimento di risorse finanziarie per l’erogazione degli assegni di cura, previa analisi costo-benefici della sostenibilità economica degli stessi, valutando i costi e i potenziali risparmi per il sistema sanitario e sociale pre e post erogazione assegno di cura”.

 

c.s.

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