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Attualità | 22 luglio 2018, 11:27

I detenuti del Ferrante Aporti si raccontano in rima attraverso il rap

Due laboratori, a Torino e Bari, organizzati dall’associazione Defence for Children Italia, con la collaborazione del rapper e attivista Kento

Ph Gaetano Massa

Ph Gaetano Massa

Sono usciti i videoclip delle due canzoni - “Carta e Penna” e “Dimenticati” - scritte dai giovanissimi detenuti degli Istituti Penali per i Minorenni di Bari (IPM Fornelli) e Torino (IPM Ferrante Aporti). Musica e video sono il frutto di due laboratori organizzati dall’associazione Defence for Children Italia nell'ambito del progetto europeo "Favorire la partecipazione dei ragazzi privati della libertà - CRBB 2.0” e con il supporto del rapper e attivista Kento.

 

 

Attraverso una riflessione basata sui diritti umani sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, i ragazzi hanno ripensato alla propria esperienza di vita e le loro prospettive sono state raccolte all'interno delle due canzoni. I videoclip sono stati realizzati con la regia di Michele Imperio.

 

«Il tentativo del percorso condotto con i ragazzi» afferma il direttore di Defence for Children Italia, Pippo Costella, «è stato quello di uscire dalla classica narrazione carceraria, che tende spesso a stigmatizzare e rischia di richiudere le storie all'interno di percorsi circolari che non trovano possibilità di cambiamento». I diritti sono stati utilizzati come mezzo per dare un senso all'esperienza penale dei singoli ragazzi perché, come cita una delle canzoni, «di certo questa cella non racchiude la mia storia».

 

 

I due testi descrivono i messaggi e le prospettive dei ragazzi sul mondo. Appaiono piuttosto duri quando affermano: «siamo dei ragazzi con i sogni bombardati, chiusi in gabbia, dallo stato dimenticati»; ma sono anche pieni di speranza e lungimiranza («chiuso in questa casa la mia mente sfasa, i miei sogni oltre gli obiettivi della Nasa») e consapevolezza sulle possibili alternative («quello che mi porta fuori dalla prigione sarà la cultura e l’educazione»).

 

Per il rapper Kento non si tratta della prima esperienza da “docente dietro le sbarre” ma probabilmente la più significativa: «La scuola, la comunità di recupero, il carcere minorile sono delle realtà solo apparentemente molto lontane. L’esigenza dei ragazzi di esprimersi, e la voglia di farlo attraverso il rap, sono due costanti che attraversano tutte le fasce sociali e culturali. Il nostro primo obiettivo era quello di aiutare questi giovanissimi detenuti a “dire la loro”. Adesso puntiamo all’obiettivo più ambizioso, che è quello di far sentire la loro voce e le loro giustissime richieste in tutta Italia».

 

Il progetto, condotto da Defence for Children in Italia, in sinergia con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia, è co-finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea e coinvolge un partenariato transnazionale che comprende cinque organizzazioni internazionali con esperienza nell'ambito della giustizia minorile in Europa. Le musiche su cui i ragazzi hanno scritto sono state composte da Gian “Knot” Flores e Mastafive, alla registrazione e mastering hanno collaborato anche Egidio Rondinone ed Andrea Mondi.

 

Entro fine anno sarà prodotto e diffuso un documentario che contiene voci, esperienze e prospettive dei ragazzi e degli operatori che hanno preso parte al progetto.

c.s.

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