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Politica | 12 settembre 2018, 19:22

"L'impresa s'è desta ma Toninelli dorme o finge"

Sulla Tav la dichiarazione dell'on. Osvaldo Napoli (Forza Italia)

"L'impresa s'è desta ma Toninelli dorme o finge"

Le imprese piemontesi si sono finalmente mosse e hanno lanciato il loro allarme per i ritardi nella costruzione della TAV, un'opera che rischia ora di essere bloccata ad opera di quei maghi della decrescita "disgraziata" che rispondono ai nomi di Di Maio e Toninelli.

Il convegno di oggi a Torino organizzato da Unione industriali e Confindustria è un fatto senz'altro positivo ma è anche rivelatore dell'antico vizio dell'impresa italiana, riconosciuto a suo tempo da Gianni Agnelli, a fare da sponda a qualsiasi governo, perfino a prescindere dal programma. Gli imprenditori hanno letto, con qualche anno di ritardo, il programma grillino che in tanti di loro avevano salutato con entusiasmo senza neppure averne sfogliato una pagina.

Scoprire che gli orrori pentastellati, dal blocco delle grandi opere alle scie chimiche ai no vax, non erano soltanto fantasticherie ma veri e propri punti programmatici ha tolto il sonno a molti imprenditori. Il rischio di vedere il Piemonte e l'Italia isolati in Europa, non solo sul piano politico ma anche su quello infrastrutturale, è qualcosa di più che una minaccia. Può diventare una certezza in assenza di un'opposizione sociale e politica che deve organizzarsi in tempi brevi.

Mentre si trastulla nella sua analisi costi-benefici, come se non fossero bastate le precedenti cinque analisi, il ministro Toninelli non è ancora riuscito a trovare il modo di visitare i cantieri della TAV, parlare con il commissario governativo, cioè con il rappresentane dei legittimi interessi del governo e dei contribuenti. Per sovrapprezzo, Toninelli si interessa della vicenda Asti-Cuneo solo in chiave di partito e annuncia incontri con esponenti pentastrellati piemontesi saltando a pie' pari il presidente della Regione e le istituzioni locali.

Un'autentica vergogna da parte di un ministro che manifesta così il più totale disprezzo per le istituzioni. I piemontesi faranno bene a non dimenticare e gli industriali a leggere i programmi dei partiti prima di andare al voto.

c.s.

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